Corriere della Sera

Selma Hellal e i fantasmi algerini

- Di Paolo Lepri

Selma Hellal, la donna che rende l’Algeria meno oscura. Al suo ritorno in patria, dopo gli studi parigini a Sciences Po e quelli a Londra, ha fondato nel 2000, insieme al marito Sofiane Hadjady, la casa editrice Barzakh. Pubblicano i migliori. Hanno scoperto per esempio Kaouther Adimi, che racconta: «Loro sono stati i primi ad avere fiducia nella mia scrittura». Di lei conosciamo Le ballerine di Papicha mentre il recente Nos richesses è un omaggio a un altro editore e libraio algerino, Edmond Charlot, primo a pubblicare le opere di Albert Camus. Ma quando si pensa a Barzakh si pensa a Kamel Daoud, l’avversario della deriva autoritari­a islamica, l’autore di Il caso Meursault, una «contro-inchiesta» letteraria che rovescia il mondo. Le scintille provocate dai suoi libri, robuste come fiammiferi antivento, sono state accese proprio da Selma e Sofiane nelle stanze di Boulevard Sidi-Yahia.

Grazie ai diritti di quel romanzo — in cui Lo straniero prosegue a strappi, dalla parte dell’arabo «che non ha neppure un nome» assassinat­o da Meursault a Orano — è stato adesso possibile aprire anche una libreria. Ancora luce su Algeri, che ne ha molto bisogno. «L’Arbre», così si chiama, rende meno cupa una città in cui il sangue ha macchiato il mare negli anni della guerra civile e del terrorismo salafita. Lo si vedeva anche guardando l’orizzonte dallo spazio che si apre fra le tre foglie di cemento del Maqam Echahid, il memoriale dei martiri. Puntano il cielo ma sembrano pesantemen­te ancorate nel terreno.

Algeri è diventata una città di fantasmi. Come Abdelaziz Boutlefika, l’ottantenne presidente rieletto per un quarto mandato nel 2014 che da due anni prima non si rivolge in pubblico ai cittadini. Il fratello più giovane, Saïd, vigila nel frattempo vicino al suo letto di malato. Un’assenza assurda, che i proclami scritti non possono certamente riempire. Che cosa accadrà dopo di lui? Che cosa gli succede accanto, nelle pieghe di quello che gli algerini chiamano le pouvoir, un’entità tanto apparentem­ente solida nel collante antico dell’appartenen­za al Fronte di liberazion­e nazionale quanto sfuggente, opaca, misteriosa? Nessuno lo può sapere. Intanto, come dice Selma Hellal, «la letteratur­a è la possibilit­à di sognare, fantastica­re, viaggiare». Forse anche seminare, in quel terreno amaro.

@Paolo_Lepri Selma Hellal,

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44 anni, editrice algerina
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