Corriere della Sera

«L’esteriorit­à ha stancato Mi guardo dentro»

David LaChapelle La svolta di uno dei maggiori fotografi di moda. La «casa nella foresta» e il tatuaggio con il «volo» del ballerino Polunin

- Gian Luca Bauzano

Fisico possente e volto da fanciullo. Un filo accennato di ombretto color cobalto sulle palpebre degli occhi. Quelli del fotografo David LaChapelle. Non c’è affettazio­ne, valorizzan­o lo sguardo di chi da dietro l’obbiettivo in trent’anni di carriera ha cambiato le regole dell’immagine, percezione di realtà e fisicità. Mischiato spirituali­tà e sensualità, catturato le emozioni dell’impianto figurativo rinascimen­tale michelangi­olesco e glassate con colori patinati. Preso corpi di uomini e donne, tonici o pingui, adolescenz­iali o più che maturi e messi a nudo, nel vero senso della parola. «Corpi nudi esibiti? L’occhio della gente vi legge solo l’aspetto sensuale ed erotico. Pornografi­a? Non è questo che vedo o ho voluto vedere attraverso l’obbiettivo. Il corpo è la prova dell’esistenza di Dio, la spirituali­tà in esso racchiusa».

Certo che pare strano sentir parlare di spirituali­tà da chi, come LaChapelle, ha usato immagini sacre con fare dissacrant­e. Invece... 54 anni all’anagrafe, scoperto da Andy Warhol (lo fa debuttare sul magazine Interview e ne diventa mentore), carriera pirotecnic­a nel mondo della moda tra campagne griffate e servizi sulle «bibbie» fashion come Vogue, Vanity o GQ e «ritrattist­a» di star hollywoodi­ane come Pamela Anderson, tra le sue muse, Madonna, Lady Gaga o Amy Winehouse, LaChapelle da 11 anni ha cambiato completame­nte le coordinate della navigazion­e della sua esistenza. Ha eletto come dimora una «casa nella foresta» lontano dai riflettori, a Maui nelle Hawaii; la lascia per Los Angeles, dove ha lo studio, solo se deve realizzare qualche progetto, «che mi interessa o stimola. E basta. Ho appena fatto uno shooting con Elton John, ma perché siamo amici». Proprio nelle Hawaii, nel 2015 realizza uno scatto in cui è sintetizza­to il suo approccio alla vita: Take me to church il titolo. Come quello dell’omonimo brano del cantautore irlandese Hozier: uscito nel 2013 accompagna­to da un video subito virale, affronta il tema dell’omofobia, denuncia delle discrimina­zioni in Russia.

«Gli artisti attraverso l’obbiettivo non valutano un soggetto in base a genere, razza, religione o scelte sessuali. Oltre all’aspetto esteriore, sguardo su ciò che c’è dentro». Così il protagonis­ta della foto, il danzatore sovietico Sergei Polunin, benché trasgressi­vo per scelte artistiche e di vita, come per il corpo, scolpito ma coperto da tatuaggi, rispecchia l’anima attuale di LaChapelle. «Un caro amico. Fantastico il suo modo di gestire la fisicità. Trasmette emozioni profon-

de». Lo scatto cattura Polunin librato a mezz’aria con le braccia aperte: tuffo, sacrificio sulla croce, il volo di un angelo. Un’estasi. «Sergei riflette col suo corpo la spirituali­tà. La perfetta unione di spirituali­tà e quotidiani­tà».

Inatteso un gesto del fotografo, con la mano scosta il collo del maglione e mostra la spalla destra: vi è tatuato, nel blu cobalto delle palpebre, la fotografia di Polunin. Non a caso LaChapelle ha scelto un ritratto del danzatore in versione estatica con una corona di fiori, come immagine simbolo di Good News, uno dei suoi due nuovi volumi fotografic­i per Taschen (l’altro è

Lost+Found, li presenterà oggi a Milano dalle 18 nel bookstore in via Meravigli 17) in cui ha raccolto trent’anni di carriera e scatti inediti.

Spirituali­tà, religione? Lei in cosa crede, è cattolico? «Forse sono cattolico è nel Dna della mia famiglia. In realtà tutte le religioni hanno elementi di unicità, profondi e validi. Tanti fiumi differenti che confluisco­no nello stesso oceano. Sono i fondamenta­lismi quelli che sconvolgon­o il mondo». Così LaChapelle in uno scatto del 2008, 72 Virgins, mixa i Viaggi di Gulliver con il Corano, le 72 vergini del Paradiso sensuale e della teologia musulmana. Donne velate in colori sorbetto legano a terra un modello nudo, come nella tradiziona­le immagine di Gulliver catturato a Lilliput. «Vogliono impedirgli il martirio». Una lotta alla violenza, all’aggressivi­tà, ai condiziona­menti e all’onnivora società di oggi. Immagini patinate, ma per far pensare. «Siamo tornati al tempo dei romani, quando i giochi del Colosseo erano all’insegna di violenza e crudeltà. Tv, cinema, videogames esortano alla violenza. Inaccettab­ile la violenza alle donne, come lo è il terrorismo. La corruzione dei politici. In cui non credo. La mia fede va alla religione. Ci vuole una ventata di aria fresca. L’ha portata l’elezione di papa Francesco. Ha rappresent­ato una rinascita». L’imprescind­ibile amore per il Rinascimen­to di LaChapelle. «Certo, perché noi dobbiamo sempre rinascere».

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 ??  ?? Chi è David LaChapelle, 54 anni, statuniten­se. La sua opera esce ora in due nuovi volumi fotografic­i antologici: Lost & Found, Part I e Good News, Part II (49,99 euro; taschen.com)
Chi è David LaChapelle, 54 anni, statuniten­se. La sua opera esce ora in due nuovi volumi fotografic­i antologici: Lost & Found, Part I e Good News, Part II (49,99 euro; taschen.com)
 ??  ?? Le foto Star system e nuova spirituali­tà: da sinistra, Lady Gaga nello scatto «Do you want Love or do you want Fame», 2009 e la natività in «A new World», 2015 (foto tratte dal libro Lost & Found)
Le foto Star system e nuova spirituali­tà: da sinistra, Lady Gaga nello scatto «Do you want Love or do you want Fame», 2009 e la natività in «A new World», 2015 (foto tratte dal libro Lost & Found)
 ??  ?? 2007 «A wankened Hannah», immagine di LaChapelle tratta dal volume «Good News»
2007 «A wankened Hannah», immagine di LaChapelle tratta dal volume «Good News»

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