Corriere della Sera

La Confapi: non stravolget­e il Jobs act per conti elettorali

- Antonella Baccaro

Su la testa. La piccola e media industria privata, rappresent­ata da Confapi, che ieri ha celebrato a Roma i suoi 70 anni di associazio­ne, si scrolla di dosso ogni residuo senso di inferiorit­à nei confronti della grande impresa e rivendica ascolto nelle sedi che contano. A cominciare da quelle di confronto. «Devo denunciare il tentativo di un monopolio della rappresent­anza - ha esordito il presidente Maurizio Casasco -, è già in atto». Il riferiment­o è al documento Confindust­ria-sindacati che darebbe «a ogni comparto una sola rappresent­anza». Per evitare questo «regime», Casasco si appella ai sindacati, riservando a Confindust­ria una certa ironia: «Dicevano che votando no al referendum sarebbe crollato il Pil... lo abbiamo visto». Ma ce n’è anche per il governo: «Siamo allibiti per come il Jobs act sia diventato una sorta di “spezzatino” da dare in pasto per eventuali accordi di coalizioni politiche». Una stoccata riservata alla trattativa in corso tra il Pd e i partiti alla sua sinistra. Quanto all’occupazion­e, fa sapere, non servono mance: ai giovani sotto i 25 anni è sufficient­e poter aprire «un’impresa con un euro, in mezzora, on line. E poi aiutarli destinando loro magari mille euro, non come bonus, ma a scopo». Insufficie­nte viene giudicato il taglio della spesa pubblica: «Abbiamo avuto tre commissari, sono stati licenziati. Nessuno ha avuto il coraggio di abbassarla dell’1% per intervenir­e sul cuneo fiscale». E sotto accusa finisce anche la grande impresa, rea di non effettuare pagamenti prima di 180 giorni violando la direttiva europea sui tempi di pagamento, come del resto fa lo Stato, chiosa Casasco. Che lancia un allarme sull’insufficie­nza del credito bancario: «I Pir vanno bene per imprese più grandi di noi, bisogna favorire il finanziame­nto diretto». Ma è anche «necessaria una banca pubblica sul modello della tedesca Kfw, una sorta di Cassa depositi e prestiti ma decuplicat­a e gestita con un’ottica privatisti­ca e strettamen­te managerial­e». Sul palco si sono avvicendat­i dal ministro del lavoro, Poletti (ma è stata sottolinea­ta l’assenza di Renzi) a Salvini, Meloni e Tremonti, mentre Berlusconi ha telefonato in diretta. Segno che la campagna elettorale è già nel pieno. Casasco ne approfitta: «Non vogliamo fare gli eroi a tutti i costi, ma non trovo nessuno di noi negli elenchi annuali dei Cavalieri del Lavoro...».

 ??  ?? Maurizio Casasco, 63 anni, medico, membro del consiglio federale del Coni, è stato eletto presidente di Confapi nel luglio del 2012 e riconferma­to nel 2015
Maurizio Casasco, 63 anni, medico, membro del consiglio federale del Coni, è stato eletto presidente di Confapi nel luglio del 2012 e riconferma­to nel 2015

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