Tanto impegno e cattiva gestione, ma la prima è buona
Basket: l’Italia si addormenta nel finale, la Romania perde solo di 5. Sacchetti: «Mai più questa sufficienza»
DAL NOSTRO INVIATO
Vincere, si è vinto. È con chi (la Romania) e soprattutto il come che lascia a desiderare: uno scombinato mix di buona volontà e di cattiva gestione che ha impedito a Meo Sacchetti di godersi come avrebbe voluto il battesimo da c.t. azzurro. L’Italia del basket debutta con un successo (7570) nelle qualificazioni per il Mondiale 2019, ma lo fa subendo 27 punti nell’ultimo quarto, rischiando di riaprire una partita in controllo per 35 minuti. Un compitino, parole di Sacchetti: «Devo capire se questa squadra pensa di essere più forte di quello che realmente è. Mi piacciono gli sfrontati, ma non vorrei che si usasse troppa sufficienza. La sufficienza mi fa arrabbiare». Se a spaventarci è stata la Romania, squadra che spesso litiga con il pallone e con i fondamentali d’attacco e di difesa, allora ci sarà da sudare per cavare qualcosa di buono da questo gruppo.
Un gruppo composto da vecchie (o diversamente giovani) conoscenze e da facce nuove, una via di mezzo — forzata — tra una formazione sperimentale e un gruppo di recupero per giocatori dispersi. Il potenziale quintetto della Nazionale italiana in tempi di finestre gioca altrove (Belinelli e Gallinari in Nba, Datome Melli e Hackett in Eurolega), Sacchetti deve fare i conti con quello che ha: Luca Vitali, Ale Gentile, Polonara e Crosariol, quattro ripescati, più Aradori, l’unico tra i cinque reduci dall’Europeo, sono lo starting five dell’atto primo del c.t. Meo, quello che dovrebbe dettare la linea: difesa individuale, corsa, tiri veloci.
L’impegno da primo giorno di scuola c’è, l’ansia da prestazione pure, visto che l’Italia va subito sotto 4-0, ma poi, con l’innesto di Biligha per Crosariol, con un parziale di 9-2 in un amen indirizza la partita a favore degli azzurri. Correre, correre e ancora correre, è l’indicazione di Sacchetti, che dopo appena 6’38’’ ha già schierato in campo dieci giocatori.
E l’undicesimo, Simone Fontecchio l’incatenato di Milano, sul parquet ci va dopo 13’21’’. Italia avanti di 11 dopo il primo quarto (26-15), di 14 dopo il secondo (42-28, con massimo vantaggio sul +19), di 16 dopo il terzo (59-43), 16 punti di Della Valle e Aradori, 12 di Gentile. Poi la troppa sufficienza finale. Che vale un’insufficienza.