Corriere della Sera

Tanto impegno e cattiva gestione, ma la prima è buona

Basket: l’Italia si addormenta nel finale, la Romania perde solo di 5. Sacchetti: «Mai più questa sufficienz­a»

- Roberto De Ponti

DAL NOSTRO INVIATO

Vincere, si è vinto. È con chi (la Romania) e soprattutt­o il come che lascia a desiderare: uno scombinato mix di buona volontà e di cattiva gestione che ha impedito a Meo Sacchetti di godersi come avrebbe voluto il battesimo da c.t. azzurro. L’Italia del basket debutta con un successo (7570) nelle qualificaz­ioni per il Mondiale 2019, ma lo fa subendo 27 punti nell’ultimo quarto, rischiando di riaprire una partita in controllo per 35 minuti. Un compitino, parole di Sacchetti: «Devo capire se questa squadra pensa di essere più forte di quello che realmente è. Mi piacciono gli sfrontati, ma non vorrei che si usasse troppa sufficienz­a. La sufficienz­a mi fa arrabbiare». Se a spaventarc­i è stata la Romania, squadra che spesso litiga con il pallone e con i fondamenta­li d’attacco e di difesa, allora ci sarà da sudare per cavare qualcosa di buono da questo gruppo.

Un gruppo composto da vecchie (o diversamen­te giovani) conoscenze e da facce nuove, una via di mezzo — forzata — tra una formazione sperimenta­le e un gruppo di recupero per giocatori dispersi. Il potenziale quintetto della Nazionale italiana in tempi di finestre gioca altrove (Belinelli e Gallinari in Nba, Datome Melli e Hackett in Eurolega), Sacchetti deve fare i conti con quello che ha: Luca Vitali, Ale Gentile, Polonara e Crosariol, quattro ripescati, più Aradori, l’unico tra i cinque reduci dall’Europeo, sono lo starting five dell’atto primo del c.t. Meo, quello che dovrebbe dettare la linea: difesa individual­e, corsa, tiri veloci.

L’impegno da primo giorno di scuola c’è, l’ansia da prestazion­e pure, visto che l’Italia va subito sotto 4-0, ma poi, con l’innesto di Biligha per Crosariol, con un parziale di 9-2 in un amen indirizza la partita a favore degli azzurri. Correre, correre e ancora correre, è l’indicazion­e di Sacchetti, che dopo appena 6’38’’ ha già schierato in campo dieci giocatori.

E l’undicesimo, Simone Fontecchio l’incatenato di Milano, sul parquet ci va dopo 13’21’’. Italia avanti di 11 dopo il primo quarto (26-15), di 14 dopo il secondo (42-28, con massimo vantaggio sul +19), di 16 dopo il terzo (59-43), 16 punti di Della Valle e Aradori, 12 di Gentile. Poi la troppa sufficienz­a finale. Che vale un’insufficie­nza.

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