Corriere della Sera

I killer della moschea erano mascherati e sventolava­no drappi neri. Bombardate postazioni dei jihadisti

- Davide Frattini

DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

Colpire una moschea il venerdì di preghiera significa provare ad abbattere la maggior parte degli uomini nel piccolo villaggio. Che oltre ai sermoni ascoltano i proclami degli sceicchi: i capi locali li spingono a ribellarsi contro i soprusi. Nell’area di Bir Al Abed la tribù più potente è quella degli Sawarka, hanno dichiarato di sostenere le operazioni dell’esercito egiziano, di voler aiutare i militari a scacciare i miliziani in nero, di voler ripulire le strade da chi spadronegg­ia e taglieggia.

Molti di questi beduini sono anche seguaci del sufismo, la corrente mistica dell’islam. Un doppio affronto ai terroristi del Califfato — nella sua emanazione tra le pietre del Sinai — che consideran­o i sufi degli apostati da eliminare e non possono accettare la ribellione dei clan al loro potere.

L’attacco alla moschea di Al Rawda, nel Nord della penisola, è arrivato una settimana dopo le minacce — ricostruis­ce il giornale egiziano Mada Masr — ai leader religiosi perché la smettesser­o con quei rituali «eretici».

Le cerimonie in realtà si sarebbero svolte in un edificio di fronte alla moschea dove i fedeli sono stati intrappola­ti dalle bombe e dalle raffiche di mitragliat­rice: i morti sono saliti a 305, tra loro 27 bambini. Il raid sanguinari­o è stato effettuato da una trentina di uomini mascherati, che sventolava­no le bandiere dello Stato islamico, trasportat­i a bordo di cinque pick-up, i veicoli del deserto utilizzati per mobilitare in poche ore le truppe dell’orrore e controllar­e il territorio.

Nessuno ha per ora rivendicat­o il massacro, musulmani che uccidono altri musulmani. A mezzogiorn­o di ieri le campane delle chiese copte hanno suonato insieme per commemorar­e le vittime, la minoranza cristiana è tra le più perseguita­te in Egitto.

Abdel Fattah al Sissi, il generale diventato presidente al Cairo, ha ordinato l’operazione «Vendetta per i martiri» e ieri gli elicotteri Apache hanno martellato quelle che sarebbero le postazioni degli estremisti.

Lo stato di guerra dichiarato dopo la strage ha rinviato l’apertura del valico di Rafah, tra Egitto e Gaza: la speranza dei palestines­i della Striscia di poter uscire dall’isolamento è rimasta ancora una volta serrata.

@dafrattini

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy