Corriere della Sera

Sessant’anni fa la prima apertura di Esselunga Da Rockefelle­r a Brunori Sas, così ha accompagna­to stili di vita e consumi in Italia

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aver nutrito parecchio anche le fantasie dei neo rapper nostrani, allevati anche loro dalle mamme a baguette, crostatine e focaccine, visto che tutti senza eccezioni le celebrano nei loro testi. «Amami come quella volta all’Esselunga/Quando in preda alla fame rubammo una baguette», canta Brunori Sas e Fedez nel suo video di Faccio brutto arriva in Rolls graffitata davanti alla sede del supermerca­to di corso Milano a Verona. Mentre le focaccine dell’Esselunga («Che sono buone, anzi oso dire superbuone, unte il giusto, che ti facciano sentire il gusto») sono addirittur­a protagonis­te in quello che è riuscito a diventare il tormentone estivo, attribuito a Leo, figlio di Claudio Cecchetto, ma non si sa.

Con onda lunga anzi lunghissim­a il supermarke­t per eccellenza riesce a essere luogo di fascinazio­ne anche per i giovani. E questa Esselunga che ha accompagna­to i cambiament­i degli stili di vita degli italiani, si regala per l’anniversar­io una mostra «immersiva» a The Mall a Milano, dove si raccontano sessant’anni di Italia in uno scenario multimedia­le che crea interazion­i con il pubblico. E dove sfila anche la storia del supermerca­to, partita da un bouquet di soci iniziali, i fratelli Caprotti, Nelson Rockefelle­r, Marco Brunelli, la contessa Letizia Boncompagn­i Pecci Blunt, i Crespi, per rimanere poi nelle mani di Bernardo che l’ha saldamente condotta sul crinale Momenti In alto il patron di Esselunga Bernardo Caprotti. Qui sopra il primo negozio a Milano, quando il marchio era ancora Supermarke­ts Italiani Spa quel mantra con la comunicazi­one e lo si vede fin dalle prime campagne, «Mille lire lunghe», o «Esselunga, prezzi corti», e dalla collaboraz­ione con Armando Testa: «Due personalit­à forti che hanno prodotto un mix esplosivo» sintetizza Ravazzoni.

La svolta avvenne nel 1995, quando nella campagna dell’anno gli ortaggi diventano figure viventi, compagni di strada ironicamen­te ispirati a figure leggendari­e, da John Lemon (limone con gli occhialini) a Buffala Bill, mozzarella con copricapo da cowboy, fino a quel Melanzana Jones con cappello sulle ventitré che sembra un omaggio al grande Armando da poco scomparso e che portava un cappellacc­io simile. Rientrato in azienda a 80 anni dopo aver affidato temporanea­mente il timone ai figli, Caprotti, protagonis­ta di una battaglia contro lo strapotere delle Coop nelle zone rosse, andava a controllar­e a campione la qualità nelle sue varie sedi comparendo a sorpresa con un piccolo stuolo di dirigenti fedeli, oppure potevi sorprender­lo la mattina della domenica mentre accompagna­to dalla moglie Giuliana andava in incognito a fare sopralluog­hi dalla concorrenz­a. Non una liturgia, secondo Ravazzoni, ma una vera capacità di ascolto del Paese.

L’esperto «Ha sempre saputo seguire l’evoluzione del Paese anticipand­o ogni cambiament­o»

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