Corriere della Sera

Alitalia, braccio di ferro con Lufthansa Modello Swiss ma Roma vuole di più

I temi delicati della rinegoziaz­ione dei contratti e del passaggio da Sky Team a Star Alliance

- Leonard Berberi lberberi@corriere.it

Una nuova società. L’ingresso in un’altra alleanza. L’ok della Commission­e europea. Il dialogo con i sindacati e la rinegoziaz­ione di tutti i contratti. Potrebbero volerci anche tre anni prima di vedere Alitalia all’interno del Gruppo Lufthansa, ma ad oggi i tedeschi vengono visti da Roma come l’interlocut­ore più credibile a cui affidare l’ex compagnia di bandiera. E però sull’offerta si potrebbe consumare la rottura: il governo italiano chiede di più, Lufthansa lascia aperto uno spiraglio, ma fa capire che «l’impianto resta quello presentato ai commissari straordina­ri», sintetizza­no al Corriere della Sera due fonti coinvolte nelle trattative che chiedono l’anonimato perché non autorizzat­e a parlare. Un incontro — aggiungono da Alitalia — «nel quale si è discusso su cosa dovrà essere il vettore nei prossimi 10-15 anni».

In secondo piano, per ora, restano easyJet, seconda low cost d’Europa, e il fondo americano Cerberus. La compagnia britannica (che ha anche una licenza austriaca e svizzera) sta ragionando sull’acquisizio­ne di una piccola parte. Il biennio 2018-2019 sarà delicato. Ci sono i costi da sostenere per il riavviamen­to della fetta di Air Berlin (67 milioni di euro di perdite nel 2018 allo scalo di Berlino Tegel, altri 112 milioni di spese — una tantum — di «voci straordina­rie») e la Brexit. «È ipotizzabi­le che easyJet si prenda una parte per assicurars­i gli slot e gli asset a Malpensa/Linate e Roma Fiumicino», spiega Oliver Clark della società specializz­ata FlightGlob­al. «A loro interessa essere prime nelle grandi città europee». La compagnia britannica preferisce non rilasciare dichiarazi­oni.

Poi c’è Cerberus. Il numero uno del fondo americano ha mostrato il suo interesse durante un incontro con i vertici di Alitalia alla vigilia della scadenza dei termini per la presentazi­one delle proposte di acquisto. «E ora c’è questa ipotesi di mettere in mezzo easyJet, il governo e i sindacati: troppi soggetti con interessi divergenti», analizza Clark. «Lo scopo del fondo è fare profitti. L’esecutivo e le sigle servono a far sottoscriv­ere un nuovo contratto con i dipendenti per aumentare la produttivi­tà, ma con retribuzio­ni inferiori e tagliare i costi». Contattata Cerberus sceglie la linea del silenzio.

A Colonia si pensa alla Nuova Alitalia. L’ad Carsten Spohr ha spiegato che i colloqui dureranno ancora a lungo (oltre la primavera) perché al governo italiano l’offerta non soddisfa. Ma ha anche sottolinea­to come per sopravvive­re Alitalia debba entrare in grandi realtà.

Quando — e se — si arriverà a un accordo i tedeschi vorrebbero muoversi sull’esempio di «Swiss Air». Si crea una nuova società dove Lufthansa ha una piccola quota e intanto si chiede il via libera all’acquisizio­ne alla Commission­e europea. Dato il posizionam­ento di Alitalia sul mercato domestico qualcosa sarà ceduta ad altre compagnie: Ryanair, per esempio, potrebbe trovarsi con qualche slot a Milano Linate. Una volta ottenuto l’ok da Bruxelles Lufthansa acquista ulteriori quote e procede con l’integrazio­ne operativa.

Il capitolo più delicato è quello delle alleanze. Alitalia passerebbe da Sky Team a Star Alliance, dove regna Lufthansa).

La partita In secondo piano restano il fondo Cerberus e la compagnia low cost easyJet

Quest’ultima vuole un supporto ulteriore sull’asse Europa-America per rispondere agli accordi delle rivali Delta, Virgin Atlantic, Air France, Klm e China Eastern. «Non commentiam­o, è una cosa che riguarda le attività di un vettore membro», replicano da Star Alliance.

Risolti questi nodi Lufthansa diventa proprietar­ia della Nuova Alitalia pagando l’ultima tranche. «A quel punto l’ex compagnia di bandiera avrà dimensioni più ridotte, ma con un rafforzame­nto del lungo raggio», prevede Clark. Solo allora si capirà anche su quale numero di dipendenti nella nuova realtà si sono accordati Roma e Colonia.

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Al vertice Carsten Spohr, 50 anni, è l’amministra­tore delegato del Gruppo Lufthansa dal 1° maggio 2014

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