Corriere della Sera

Variazioni sul demoniaco I mille Faust della musica

Ben prima del romanzo di Mann, il tema aveva sedotto le sale

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encicloped­ia. A dire il vero, se si parla del repertorio operistico, il primo Faust importante e di notevole successo non è ispirato a Goethe ma a Marlowe, la cui Tragicall History of Doctor Faustus risaliva al lontano 1594. È il Romantisch­e Oper di Louis Spohr, che andò in scena a Berlino nel 1835, preceduto però da esecuzioni parziali del 1816 e del 1820. Si passa poi alla sulfurea, geniale quanto disordinat­a Damnation de Faust (1846) di Berlioz che, come quella sorta di grandioso cartone preparator­io che sono le Huit scènes de Faust degli anni venti, mettono in musica il testo stesso di Goethe, nella traduzione di Gérard de Nerval.

Quanto a successo popolare, nessuno supererà tuttavia il garbato, edulcorato e sentimenta­listico Faust di Gounod (1850), in scena il 7 e 10 dicembre al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia, talmente amato dal pubblico da permettere al musicista di assisterne alla 500esima rappresent­azione, mentre si è sempre ben difeso quanto a circolazio­ne anche l’italico Mefistofel­e (1868) di Boito, pur bistrattat­o dalla critica.

Altre pagine di capitale rilievo sul tema faustiano, sempre nella versione di Goethe, sono quelle non operistich­e di Wagner (Eine Faust-Ouvertüre, 1844-18552) e Liszt

1857), entrambe per orchestra, e le ispirate Szenen aus Goethes Faust (184453) per soli, coro e orchestra di Schumann.

L’amore per Faust non terminerà con il tramontare dell’estetica romantica. Nel Novecento però non sarà più Goethe a ispirare i compositor­i. Nel suo Doktor Faust (1925) Ferruccio Busoni, come Spohr nell’Ottocento, si rivolge a Marlowe ispirandos­i anche agli spettacoli tedeschi per marionette del XVI secolo, che tanto avevano alimentato la leggenda attorno al personaggi­o storico vissuto all’incirca tra il 1480 e il 1540. Una collazione di varie fonti anima poi l’aleatorio Votre Faust di Henri Pousseur, che andò in scena alla Piccola Scala nel 1969 con il singolare sottotitol­o di «Fantasia variabile tipo opera».

Sempre alla Scala, nel 1989, andò poi in scena uno dei rari capolavori teatrali di quegli anni, ovvero il Doktor Faustus di Giacomo Manzoni su libretto tratto dal romanzo di Thomas Mann, mentre al primo testo mai stampato sulla leggenda di Faust, la Historia von Dr. Johann Fausten, dem weitbeschr­eyten Zauberer und Schwartzkü­nstler (Storia del dr. Faust, deprecatis­simo mago e negromante), pubblicata a Francofort­e sul Meno nel 1587, si ispira la notevole Historia von D. Johann Fausten di Alfred Schnittke, rappresent­ata per la prima volta ad Amburgo nel 1995.

La sulfurea «Dannazione» di Berlioz, poi Busoni si ispirerà all’opera di Marlowe di fine ‘500

 ??  ?? Atmosfere oniriche Un momento del «Faust» su musiche di Gounod e scene del collettivo Anagoor (foto di Giulio Favotto)
Atmosfere oniriche Un momento del «Faust» su musiche di Gounod e scene del collettivo Anagoor (foto di Giulio Favotto)

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