Corriere della Sera

30 anni di «Balli proibiti» Bergstein: porto a teatro l’energia del mio «Dirty Dancing» La gente deve essere «posseduta» dallo show come dal film

- Laura Zangarini

«Ho dovuto pensare a come rendere fruibile lo show da ogni posto a sedere di tutti i teatri in cui la tournée avrebbe fatto tappa. Non volevo “rifare” il film sul palco. Quanto, piuttosto, che il pubblico venisse “posseduto” dallo spettacolo così come dalla pellicola. Ho cercato di bilanciare l’energia travolgent­e di un concerto rock con l’intimità del teatro».

Aveva anche un’altra ambizione: «Se, grazie all’affetto per il film, fossi riuscita a portare a teatro persone che non sono solite andarci; se avessero visto quanto può uno spettacolo dal vivo essere meraviglio­so, forse sarebbero poi tornate a vederne altri. Stavo quindi facendo qualcosa per il teatro» racconta. Quando ha realizzato il libretto, ha voluto mantenere più realismo di quanto sia di solito tipico nel teatro musicale perché, spiega, «il punto centrale di questa storia è che chiunque potrebbe esserne il protagonis­ta: se il cuore vola abbastanza alto, ognuno può ballare in un modo che può cambiare la sua vita. Dirty Dancing non è una storia di ballerini ma di persone che trovano nel potere della danza il modo di connetters­i al mondo e ai loro cuori».

Nella scelta degli attori sul palco, osserva, la competenza tecnica conta solo in parte. È vero che lei, come si racconta, fa il «casting all’anima»? «So quello che cerco quando seleziono i miei personaggi. Anche se servono nervi d’acciaio perché quando i tempi per la scelta si allungano, la produzione comincia a fare pressioni. Poi, proprio come succede con l’amore, improvvisa­mente ti ritrovi a dire: oh, ecco quello che stavo cercando».

È andata così anche con Patrick Swayze? «Trovare l’attore giusto per un ruolo è cruciale per la mia visione creativa. Quando vidi Patrick pensai: questi sono gli occhi che voglio. Gli dissi: non sapevo che esistessi quando ho scritto Dirty Dancing. Ora non posso immaginare di farlo senza di te. Era un uomo meraviglio­so, non mi chieda altro».

Sotto l’apparente leggerezza, il film affronta anche temi difficili come il femminismo, l’aborto, la guerra... «È così, e mi preoccupa che quei giorni che sembrano lontani siano di nuovo qui. Il film è ambientato nell’estate del 1963: in maggio la polizia aveva sguinzagli­ato i cani contro i dimostrant­i per i diritti civili a Birmingham, in Alabama, “la città più segregata d’America” come la definì Martin Luther King, che qualche mese dopo, il 28 agosto, pronunciò il celebre “I have a dream”. L’America di Trump — le tensioni razziali che hanno dato origine al movimento Black Lives Matter, le leggi anti aborto, la guerra in Iraq, che allora era quella in Vietnam — ricorda molto quella degli anni 60. Pensavamo di aver vinto le battaglie combattute allora. Non è così. E Dirty Dancing trent’anni dopo non smette di ricordarce­lo».

 ??  ?? Sul palco Una scena dil «Dirty Dancing - Il Musical»: in occasione dei trenta anni di successi del film di culto diretto da Emile Ardolino, il regista Federico Bellone debutta con una edizione speciale dello spettacolo
Sul palco Una scena dil «Dirty Dancing - Il Musical»: in occasione dei trenta anni di successi del film di culto diretto da Emile Ardolino, il regista Federico Bellone debutta con una edizione speciale dello spettacolo
 ??  ?? Al cinema Jennifer Grey (57 anni) e Patrick Swayze (1952 – 2009) in una scena del film «Dirty Dancing - Balli proibiti» (1987)
Al cinema Jennifer Grey (57 anni) e Patrick Swayze (1952 – 2009) in una scena del film «Dirty Dancing - Balli proibiti» (1987)

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