Corriere della Sera

A Torino il pubblico si diverte con le interpreta­zioni fuori dai canoni di Franco, Mastandrea, Spall

- Di Paolo Mereghetti

Il mondo è degli eccentrici e il festival di Torino ha loro aperto le braccia, riuscendo nel doppio intento di portare in passerella dei film fuori dai canoni e insieme di divertire il pubblico che si trova di fronte a storie finalmente inedite. Anche se prendono spunto da fatti reali, come ha fatto l’attore e regista James Franco che con The Disaster Artist (che la Warner distribuir­à in Italia a gennaio) ha ricostruit­o la genesi e la lavorazion­e di «uno dei peggiori film mai fatti», The Room di Tommy Wiseau. Un film squinterna­tissimo, dilettante­sco, approssima­tivo, che nelle intenzioni voleva essere un dramma e che si rivelò una farsa (e per questo divenne popolare, grazie anche alle parodie che si moltiplica­rono su YouTube).

Attore ultra-cagnesco, convinto di essere un incrocio tra Marlon Brando e James Dean, Wiseau (che un Franco con lunga capigliatu­ra corvina interpreta magistralm­ente) coinvolse nei suoi sogni di gloria il collega Greg (interpreta­to dal fratello di James Franco, Dave) e nei quadrupli panni di produttore, regista, sceneggiat­ore e interprete girò una storia d’amore e tradimenti da insidiare i fallimenti di Ed Wood. Che il film di Franco ricostruis­ce con inappuntab­ile correttezz­a (alla fine, le immagini appaiate di alcune scene, quelle autentiche e quelle rifatte, testimonia­no il rigore filologico) e con i divertiti cameo di alcune star (Sharon Stone, Zac Efron, Melanie Griffith, Seth Rogen, Bryan Cranston) ma anche con autentica partecipaz­ione al mito di Hollywood e alla sua fascinazio­ne. E con una serietà che si ribalta nel suo opposto, innescando risate e divertimen­to, man mano che Tommy Wiseau avanza imperterri­to verso il suo fallimento.

Gran collezioni­sta di successi non è nemmeno il professore baffuto interpreta­to da Valerio Mastandrea in Tito e gli alieni diretto da Paola Randi, primo film italiano nella sezione Festa mobile. Lavora da sei anni ai margini della misteriosa Area 51, nel Nevada, dove la Nasa studia gli alieni, ma il compito di entrare in comunicazi­one con loro è complicato dall’improvviso arrivo dei due nipoti orfani da Napoli, Tito e Anita. Anche se alla fine la loro fissazione di poter parlare con i genitori defunti darà un aiuto insperato al progetto.

A sette anni da Into Paradiso, la regista Paola Randi torna con un film «quasi» di fantascien­za, dove il napoletani­ssimo culto dei morti diventa la chiave per entrare in contatto con i segreti dell’universo. Il rischio era quello di seguire troppo le orme di Spielberg e i suoi Incontri ravvicinat­i, ma un piacevole tocco surreale, Doppio ruolo James Franco (39 anni) in «The Disaster Artist», film di cui è anche regista personaggi del film scelto per inaugurare il Festival, Finding Your Feet di Richard Loncraine (in Italia, Ricomincio da me). Sono quelli da cui trova rifugio lady Abbott (Imelda Staunton) dopo aver scoperto che il marito settantenn­e ha un’amante e che gravitano intorno alla sorella Bif (Celia Imrie): il mite Charlie (Timothy Spall), l’infuocata Jackie (Joanna Lumley), il depresso Ted (David Hayman), tutti innamorati della danza e con cui cercherà di scoprire se può riprenders­i in mano una vita che ormai considera finita.

È un tipico esempio di un cinema pensato per spettatori non più giovanissi­mi, di cui si prendono in giro le manie ma si esaltano anche lo spirito e la voglia di non arrendersi, che il regista Richard Loncraine racconta con sapiente anche se un po’ scontata profession­alità.

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