Ofenbach: amiamo il rock ma in due si fa meglio la dance
Non è il momento migliore per fare musica rock. Le star del momento parlano altri linguaggi musicali. È più o meno quello che si sono detti qualche anno fa Dorian Lo e César de Rummel, duo francese che sotto l’insegna Ofenbach è arrivato nelle classifiche mondiali prima con «Be Mine» (100 milioni di streaming in tutto il mondo, triplo platino in Italia) e ora ci riprova con «Katchi». «Abbiamo iniziato assieme in un gruppo rock, io alla batteria e Dorian era il cantante. Ci chiamavamo The Creepers. Eravamo compagni di scuola. Quando siamo rimasti in due perché gli altri hanno mollato per gli impegni scolastici abbiamo pensato che per fare musica in due non c’era altro che l’elettronica. Erano gli anni dell’esplosione del french touch».
Il legame col rock lo hanno mantenuto. Il giro di basso di «Be Mine» arriva da lì, ma ha un vestito elettronico che ha cambiato tutto. «Ci abbiamo messo tanto a trovare un suono nostro. Tre-quattro anni fa abbiamo scoperto la deep house e abbiamo provato a metterci dentro dei suoni che arrivano dal rock. Del resto i miei preferiti e i primi che ho scoperto sono stati i Rolling Stones. Poi Aerosmith e Chuck Berry. E infine la dance di Étienne de Crécy e Daft Punk».
I ragazzini di oggi sognano di diventare dj-produttori. «In passato non era chiaro al pubblico il ruolo del produttore. Col progresso della tecnologia si è scoperto che spesso il successo di una traccia è frutto di queste figure. E i produttori hanno deciso di salire anche sul palco e incontrare il proprio pubblico».
Suoni contemporanei e passioni vintage. Anche fuori dalla musica. «Al cinema amo i film come Indiana Jones. E mi piace fare foto. Da un po’ scatto con una vecchia Pentax che era di mio padre. Mi affascina scoprire i risultati solo dopo lo sviluppo del rullino».