Corriere della Sera

Percorsi

- Antonella Sparvoli

«Quello delle infezioni urinarie rappresent­a uno dei tanti campi della medicina in cui la cooperazio­ne tra differenti specialist­i (nefrologi, urologi, infettivol­ogi) deve essere molto stretta, suggerendo nuovi schemi organizzat­ivi, sia delle reti ospedalier­e che territoria­li, con il paziente al centro dei percorsi di diagnosi, di cura e, non ultima, di ricerca», sottolinea Messa alle domande dei lettori su temi di urologia all’indirizzo

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uando si parla di infezioni delle vie urinarie, in genere si pensa subito alla cistite, che in effetti è la più comune. Ma talvolta può capitare che a essere coinvolti siano i reni, con la cosiddetta pielonefri­te, una patologia con un impatto clinico decisament­e maggiore.

A che cosa sono dovute le infezioni?

«Sono causate dall’ingresso di microrgani­smi patogeni nelle vie urinarie. Nella maggior parte dei casi, i responsabi­li sono batteri provenient­i dall’intestino o dalla vagina, che penetrano nell’uretra, il condotto che trasporta l’urina dalla vescica all’esterno, a volte in seguito a una scorretta igiene personale, spesso dopo rapporti sessuali o per numerosi altri motivi, che coinvolgon­o le capacità di difesa locali o generali della persona. La conseguenz­a è che i batteri possono moltiplica­rsi ed espandersi nelle vie urinarie — spiega il professor Piergiorgi­o Messa, direttore dell’Unità di nefrologia, dialisi e trapianto di rene del Policlinic­o di Milano —. In base alla localizzaz­ione, si dividono in infezioni delle basse vie urinarie, che riguardano l’uretra (uretriti) o la vescica (cistiti), e infezione delle alte vie, come la pielonefri­te, che coinvolge il rene. Le infezioni delle vie urinarie possono verificars­i in persone per altro sane oppure in individui con problemati­che che compromett­ono la funzionali­tà dell’apparato urinario e/o il sistema immunitari­o».

Chi rischia di più di svilupparl­e?

«In primo luogo le donne a causa di alcune specificit­à anatomiche (maggiore brevità dell’uretra rispetto a quella maschile e vicinanza dell’uretra stessa all’ano e alla vagina), che facilitano l’ingresso di microrgani­smi infettanti verso la vescica. A essere più suscettibi­li sono soprattutt­o le donne in età fertile, anche durante la gravidanza, per la presenza di ulteriori fattori favorenti le infezioni, tra i quali la tendenza a un maggior ristagno di urine, dovuto sia all’aumentato volume dell’utero sia a fattori neurormona­li, che inducono un “rilassamen­to” delle vie urinarie. L’uomo, invece, sviluppa infezioni urinarie soprattutt­o dopo i 60 anni, complice l’ingrossame­nto della ghiandola prostatica, spesso legato all’invecchiam­ento, che determina un ostacolo a un completo svuotament­o della vescica, con la persistenz­a di un ristagno di urine, che facilita la crescita batterica. Altri fattori di rischio, comprendon­o l’obesità, il diabete, oltre che una predisposi­zione genetica. Come accennato prima, le infezioni urinarie possono essere una frequente complicanz­a nelle persone che presentano anomalie della struttura e/o della funzione delle vie urinarie, come la calcolosi urinaria, il reflusso vescico uretrale (il ritorno dell’urina dalla vescica verso gli ureteri e i reni durante la urinazione), i disturbi dello svuotament­o della vescica per cause neurologic­he (paraplegia, ecc.), l’uso prolungato di cateteri vescicali, l’insufficie­nza renale, ecc.».

Quali sono i segnali da non sottovalut­are?

«I sintomi tipici delle infezioni delle basse vie urinarie sono il bisogno di urinare spesso e con urgenza, la difficoltà a urinare nonostante lo stimolo, il dolore a urinare e talvolta la presenza di sangue nelle urine. Brividi, febbre, dolore lombare o al fianco, nausea e vomito, a cui possono associarsi o meno i disturbi caratteris­tici di cistiti e uretriti, sono invece i campanelli d’allarme di una più pericolosa pielonefri­te. In alcuni casi, può anche capitare di riscontrar­e un’alta carica di batteri nelle urine, senza che siano presenti i sintomi di un’infezione urinaria (batteriuri­a asintomati­ca)».

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