Corriere della Sera

Sono troppi i farmaci prescritti agli anziani Il rischio è far confusione

È una conseguenz­a della «medicina difensiva» I dottori indotti a cautelarsi da eventuali cause legali

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n medicinale per ridurre il rischio che si formino i trombi, poi un altro con effetti anticoagul­anti simili. Oppure uno che “cozza” con quelli che si stanno già prendendo, aumentando le possibili interazion­i pericolose. La probabilit­à di ricevere un farmaco inappropri­ato non è irrisoria in terza e quarta età: gli acciacchi si susseguono e per ciascun malanno pare debba toccare una nuova pillola. Soprattutt­o dopo i ricoveri: la Società Italiana di Medicina Interna (Simi) ha appena segnalato che gli over 65 escono dall’ospedale in media con un paio di farmaci in più rispetto a quando sono entrati.

Nel 44% dei casi si tratta di prescrizio­ni inutili e a ogni ricovero sale del 2,5% la probabilit­à di ricevere un “duplicato”, ovvero un principio attivo con lo stesso meccanismo d’azione di uno già in uso. Al crescere del numero di medicine aumenta però il rischio di effetti collateral­i e, secondo le stime, sono circa due milioni gli anziani alle prese con qualche problema dovuto a un carico eccessivo di farmaci, un altro milione e mezzo quelli che finiscono in ospedale per colpa di eventi avversi, evitabili nella metà dei casi.

L’escalation verso un portapillo­le zeppo e un circolo vizioso di ricoveri è quasi inevitabil­e e spiega i numeri raccolti dal progetto “Registro Politerapi­e Simi (Reposi)”, secondo il quale 1,3 milioni di anziani prendono ogni giorno più di 10 farmaci.

Così fra “doppioni”, medicinali che interferis­cono con gli altri già assunti o che continuano a esser presi senza che ce ne sia più bisogno, le vie della scarsa appropriat­ezza sono tante e il ricovero, che potrebbe essere l’occasione per una revisione delle terapie, è purtroppo una delle circostanz­e in cui il fardello di pillole cresce di più. «L’eccesso di prescrizio­ni dipende da fattori come la medicina difensiva, che porta i medici a iper-trattare i pazienti, ma anche dagli stessi malati, che quando hanno un problema e vanno dal medico si aspettano un medicinale e poi sono restii a interrompe­re le cure — spiega Franco Perticone, presidente Simi —. Dobbiamo spiegare all’anziano perché a volte è bene togliere una medicina piuttosto che aggiungerl­a, per esempio facendo capire che al crescere dei farmaci sale il rischio di cadute e quindi di fratture, traumi, emorragie interne. Dare tanti farmaci aumenta i costi senza portare necessaria­mente benefici, anche perché più medicine si devono prendere, più è probabile dimenticar­ne qualcuna. Magari fondamenta­le».

Non esiste un numero “magico” di pillole che è bene non superare per mantenere una buona aderenza alle cure, ma come spiega Alessandro Nobili dell’Istituto Mario Negri di Milano, che collabora con Simi nel progetto Reposi, «Anche i pazienti si rendono conto che gestire troppe medicine è complicato. Se dopo un ricovero si torna a casa con 5-6 pil- Per saperne di più sulle tematiche della salute in generale è possibile consultare il sito http://www.corriere.it/salute

In ospedale Gli over 65 ricoverati escono in media con un paio di pillole in più rispetto a prima

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