Corriere della Sera

É VERO CHE UN PRODOTTO NATURALE LA MUCUNA PRURIENS POTREBBE SOSTITUIRE LA TERAPIA CHE SI USA PER IL PARKINSON?

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Soffro di malattia di Parkinson e ho sentito dire che un prodotto fitoterapi­co,la Mucuna pruriens, potrebbe sostituire i farmaci che assumo attualment­e. Ma è vero?

Le rispondo partendo da un antefatto. Da una decina d’anni seguiamo pazienti parkinsoni­ani in Africa, in particolar­e in Ghana e Zambia. I malati di queste aree del mondo hanno sia difficoltà diagnostic­he, perché i neurologi in questi due Paesi si contano sulle dita di una sola mano, sia, soprattutt­o, di accesso alla terapia. La malattia di Parkinson in Africa è poco conosciuta e le farmacie, specie al di fuori delle grandi città, sono poco fornite di medicine utili. Quando la diagnosi è fatta, il costo del farmaco, che oscilla tra i 50 e i 60 dollari al mese, è proibitivo per oltre l’80% dei pazienti. Con la Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson abbiamo condotto studi di tipo genetico, epidemiolo­gico e clinico per capire se la malattia è effettivam­ente presente in quelle aree sub-sahariane e se è uguale a quella del resto del mondo. Questo contatto con pazienti appena diagnostic­ati implicava il dovere morale di dar loro almeno la levodopa, cioè il farmaco principale per la cura di questa patologia.

In molte parti dell’Africa la semplice ricettazio­ne non serve a nulla, il paziente deve essere rifornito dei farmaci altrimenti non sa dove trovarli, né ha risorse per comperarli. Pensavamo di arruolare al massimo un centinaio di pazienti, ma nell’arco di pochi anni ci siamo trovati ad affrontare oltre 600 malati con oneri insostenib­ili per la Fondazione Grigioni. È stato a questo punto che abbiamo cercato un’alternativ­a. Nei Paesi tropicali di tutto il mondo cresce la Mucuna pruriens: una pianta erbacea che produce una specie di fava-fagiolo che contiene levodopa. La Mucuna è utilizzata in India dalla medicina ayurvedica da migliaia di anni, forse anche per il Parkinson e dall’industria farmaceuti­ca come una delle fonti naturali di levodopa. Studiando una trentina di specie diverse, ne abbiamo identifica­to una che contiene circa il 5% di prodotto, facile da reperire sia in Africa che in Sudamerica. Il costo è bassissimo: 3-4 dollari per un sacco di 50 chili. Con colleghi boliviani, abbiamo messo a punto una preparazio­ne sempliciss­ima, che richiede solo una padella, un macinino o un mortaio. Dodici semi contengono circa 500 mg di levodopa, una delle tre dosi giornalier­e. La levodopa da sola (cioè non accompagna­ta da un inibitore della sua degradazio­ne, come avviene nelle formulazio­ni farmaceuti­che) deve essere utilizzata a un dosaggio 4-5 volte maggiore rispetto ai preparati farmacolog­ici. Se il paziente assume la giusta dose di Mucuna dopo 10-15 minuti si alza e sta bene per circa quattro ore.

Per stabilire dosi di efficacia e sicurezza nell’utilizzo della Mucuna, è stato necessario uno studio condotto con criteri scientific­i: in doppio cieco randomizza­to controllat­o. La polvere di Mucuna doveva cioè essere somministr­ata a un gruppo di pazienti, mentre un altro gruppo assumeva una preparazio­ne senza Mucuna, ma indistingu­ibile dalla prima.I risultati sono stati pubblicati ad agosto di quest’anno sulla rivista Neurology e confermano che la Mucuna ha un’efficacia almeno pari al farmaco levodopa più inibitore delle decarbossi­lasi e dà meno effetti collateral­i. Ora stiamo per pubblicare uno studio sulla tollerabil­ità e la sicurezza della cura anche a lungo termine. I risultati sono abbastanza buoni e tali da poter consigliar­e un trattament­o continuati­vo a quei pazienti che non possono ottenere i farmaci. Dopo la pubblicazi­one di questi dati, abbiamo avuto richieste di utilizzo di questo preparato da parte di aree povere del mondo, ma anche da malati europei che preferisco­no “curarsi con prodotti naturali”. Per un paziente italiano acquistare, preparare tutti i giorni e assumere tre volte al giorno una polvere sospesa in acqua non è sicurament­e comodo, senza contare che la provenienz­a e la conservazi­one della semente potrebbero nascondere insidie, legate anche sempliceme­nte al contenuto d’acqua nel fagiolo. Noi abbiamo la fortuna di abitare in un Paese con un servizio che, gratuitame­nte, fornisce farmaci che danno la massima garanzia al paziente. La Mucuna può essere acquistata su internet, con molti limiti: un prezzo generalmen­te esorbitant­e per i dosaggi contenuti (bassi rispetto a quelli necessari, perché il preparato può essere venduto solo come integrator­e e non come farmaco) e la provenienz­a che è, per lo più, incerta. Questi fattori la rendono sconsiglia­bile.

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Risponde Gianni Pezzoli Direttore Centro Parkinson Asst Pini-CTO, Milano

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