Berlusconi-Renzi Duello elettorale su assegni e tasse
Il leader FI: il generale Gallitelli possibile premier
Tasse e pensioni. È un duello a distanza quello tra Berlusconi e Renzi. E di fatto è il segno che la campagna elettorale è iniziata. Il leader di Forza Italia: «Il generale dei carabinieri Leonardo Gallitelli può essere il nostro candidato premier».
Non rinnega il passato, Matteo Renzi. L’ex premier rifarebbe tutto (referendum costituzionale incluso). E perciò, ieri alla Leopolda, ha rilanciato il bonus degli 80 euro: «Non va cancellato, ma — annuncia nel suo intervento di chiusura — va esteso alle famiglie con figli». Perché, ammonisce, «se non si fanno più figli un Paese non ha futuro». Quindi il segretario del Pd ribadisce che la prima proposta che il suo partito farà nella prossima legislatura sarà quella di un mese di servizio civile obbligatorio: «Una nuova stagione di diritti va accompagnata da una nuova stagione di doveri». E Renzi, come era ovvio, non rinnega il Jobs act. Rilancia pure su quello: «Abbiamo creato un milione di posti di lavoro, in futuro vogliamo crearne altrettanti». Per riuscirci bisogna però che la politica economica dell’Europa non si basi più sull’austerity. Per questa ragione (e perché gli altri partiti del Pse hanno «percentuali da prefisso telefonico») il segretario indica in Macron il «punto di riferimento» per questa battaglia nella Ue.
Dal palco di una Leopolda gremita di gente, con i cancelli chiusi in anticipo perché il limite della capienza si raggiunge già la mattina presto, l’ex premier conferma un’altra sua proposta: incentivi fiscali per le badanti. Già, perché secondo Renzi, che assicura l’impegno del suo partito ad approvare il «biotestamento», bisogna anche occuparsi delle condizioni in cui si arriva al termine della propria vita.
Renzi nel suo intervento non parla invece dello ius soli. È un provvedimento troppo controverso e al Senato non ci sono i numeri per farlo passare. Sul «biotestamento», invece, c’è anche il sì dei grillini. È un Renzi in «modalità elettorale» quello di ieri. Che preferisce parlare di «cose concrete» piuttosto che di «tatticismi politici». E infatti dedica alla coalizione di centrosinistra solo qualche cenno del discorso, dando il «benvenuto» a chi vorrà farne parte e garantendo «pari dignità» agli alleati. Dopodiché promette «rispetto e nessun rancore» agli scissionisti. Ad attaccare Mdp, del resto, ci aveva pensato prima l’applauditissima viceministra Teresa Bellanova: «Quelli che dicono di contrastare Berlusconi e i populismi attaccando Renzi e il Pd non si rendono conto che così diventano i migliori alleati di Berlusconi e dei populismi».
Sempre dal palco Renzi ringrazia Fassino, «che è più bravo di me» nel tessere la tela della coalizione e Prodi e Veltroni, che «hanno dato una mano». È l’immagine di un partito che si è ricompattato, perché, sottolinea il segretario, «non si può litigare da mane a sera». Certo, Renzi ha ben presenti le difficoltà del Pd, sa che esiste il pericolo di restare schiacciato tra il centrodestra e i grillini. Perciò cerca di esorcizzare il pericolo con una battuta: «C’è un grande testa a testa tra Berlusconi e Di Maio per capire chi arriva al secondo e al terzo posto alle elezioni». E proprio perché, per sua stessa ammissione, è in «modalità elettorale», Renzi si occupa di uno dei terreni di gioco della prossima campagna: i social. Il segretario del Partito democratico torna sul tema delle «fake news», che, dice, dovrebbero chiamarsi semplicemente «propaganda». «Vi abbiamo sgamati», è l’avviso ai grillini e ai leghisti. Seguito da un annuncio: «Ogni quindici giorni il Pd pubblicherà un report per denunciare le schifezze che troveremo in Rete».
Faremo la legge sul fine vita ma è importante anche come arriviamo al fine vita. Daremo incentivi fiscali alle badanti ma i territori promuovano corsi di formazione