Corriere della Sera

Fake news, un report del Pd ogni 15 giorni

Il dem: No a un legge. Continua il duello con M5S. Minniti: serve un’intesa tra i governi e i grandi provider

- Alessandro Trocino

Una volta si chiamava propaganda, ora fake news. Cambiano i tempi, il linguaggio e i mezzi di comunicazi­one, ma la sostanza resta. E restano i tentativi delle forze politiche di sfruttare a proprio vantaggio i media, tradiziona­li e nuovi. Tra Pd e M5S è guerra aperta, ma il problema va oltre le forze politiche. Marco Minniti prova a volare più alto: «Serve una grande alleanza tra governi e provider contro il malware del terrore e contro il malware della falsità». Per il ministro dell’Interno «non bisogna sottovalut­are l’uso perverso del web, attraverso la diffusione di false notizie sui social». E per questo servirebbe un patto che consenta di affrontare il problema alla radice.

Ma nel frattempo le forze politiche duellano. Matteo Renzi attacca dalla Leopolda. Smentisce di volere una legge, ma spiega che «ogni 15 giorni il Pd presenterà un rapporto sulle schifezze in Rete». I 5 Stelle, messi sotto accusa nei giorni scorsi, spiegano che le fake news più pericolose nascono sui mezzi di comunicazi­one tradiziona­li. Luigi Di Maio ne approfitta per rilanciare il monitoragg­io del voto: «Se c’è il timore delle fake news sulle Politiche, allora prendiamo due piccioni con una fava: invochiamo l’Osce. Per il controllo, non solo dei voti, ma anche delle dinamiche mediatiche».

I 5 Stelle sono accusati di sfruttare una rete capillare di profili Facebook, con centinaia di migliaia di fan, che diffondono articoli di propaganda, spesso falsa. È il caso della foto (falsa) con Maria Elena Boschi e Laura Boldrini che avrebbero assistito al funerale di Totò Riina. Ma per Di Maio questo non è il punto principale: «Le bufale sono nate nei media tradiziona­li e noi abbiamo più volte sperimenta­to sulla nostra pelle cosa voglia dire essere oggetto di notizie false». Il leader dei 5 Stelle ammette che «le bufale sono anche in Rete», ma «qui le bugie hanno le gambe corte e vengono smascherat­e e cancellate in breve tempo. Difficilme­nte, invece, una testata si scusa».

Nella confusione tra critiche legittime, propaganda e notizie inventate e rilanciate da aggregator­i di fake news creati appositame­nte, si inserisce Giovanni Endrizzi, capogruppo in Senato M5S. Che spiega: «Se bisogna smascherar­e subito le fake news, allora iniziamo con l’ultima di Renzi: alla Leopolda ha dichiarato che “tutti i sondaggi danno il Pd come prima compagine in Parlamento nella prossima legislatur­a”. È una bufala. Perché il Pd è in caduta libera nei sondaggi». Notizia che, in maniera un po’ contraddit­toria, Endrizzi dice che si può «verificare sfogliando i giornali». Nunzia De Girolamo, deputata di Forza Italia, chiede a tutti di convergere sulla sua proposta di legge, mentre l’ex presidente della giunta campana, Antonio Bassolino, si diverte via tweet: «”Renzi: siamo più forti di prima”.”Berlusconi: mi sento come a 40 anni”. Sono due evidenti fake news».

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