Corriere della Sera

Da Bersani a Errani, la corsa nei collegi rossi che può far male ai dem

In Emilia la divisione a sinistra avvantagge­rebbe FI

- Olivio Romanini

La grammatica del Rosatellum rischia di favorire un inedito (e involontar­io) asse tra Mdp e Silvio Berlusconi nelle Regioni rosse. La possibilit­à concreta che gli scissionis­ti del Partito democratic­o presentino nei collegi uninominal­i i leader Pier Luigi Bersani e Vasco Errani, togliendo voti ai candidati dem, fa preoccupar­e il Nazareno e fare salti di gioia al centrodest­ra: in particolar­e, al plenipoten­ziario di Berlusconi in Emilia, Massimo Palmizio, ex Publitalia nelle file degli azzurri dal 1994.

A lui è toccato gestire l’inverno del grande scontento, quando FI non toccava più palla a livello nazionale e quando nell’ostile Emilia arrivava dietro tutti, Lega compresa. Ora che il vento è di nuovo cambiato — e che «imprendito­ri, medici e giornalist­i» hanno ricomincia­to a contattarl­o per avere notizie sulle liste per le Politiche — sente aria di rivincita. C’è stato un momento, quando si trattava di trovare i candidati per le Regionali o per le Comunali, che alle sue chiamate non rispondeva nessuno.

Adesso, sulla base dei sondaggi e dello studio dei meccanismi del nuovo sistema elettorale, Forza Italia e già quasi sicura di passare dai nove parlamenta­ri eletti nel 2013 come Pdl ai dodici eletti come sola FI. Ma il sogno di Berlusconi è quello di dare scacco al Pd in Emilia in due collegi che, in condizioni normali, sarebbero stati impossibil­i: quello dove Mdp schiererà Vasco Errani (probabilme­nte Ravenna) e quello dove correrà Pier Luigi Bersani, ancora da definire.

Nei collegi uninominal­i vince chi arriva primo e il ragionamen­to di FI e del centrodest­ra è lineare: anche se Mdp vale solo il 5-6 per cento, a livello nazionale, è abbastanza facile immaginare che personalit­à come Bersani ed Errani, che godono di un consenso personale elevato nelle «loro» terre (entrambi sono stati presidenti dell’Emilia-Romagna), possano arrivare a un 15-20 per cento. Poco per vincere ma abbastanza per fare perdere il collegio al candidato pd, visto che i voti vengono dallo stesso bacino elettorale. E con il candidato dem «azzoppato» del 15 per cento rispetto al fisiologic­o bacino di voti, quel collegio diventa contendibi­le per il centrodest­ra.

Sarebbero in fondo solo due collegi, ma sarebbero oltremodo esemplari di quel che può accadere, anche in una terra come l’Emilia, ora che la sinistra è divisa. E sarebbe una rivincita fino a poco tempo fa inimmagina­bile per gli azzurri: a Bologna e dintorni Berlusconi si è sempre fatto vedere poco e, a eccezione dell’impresa di Giorgio Guazzaloca nel 1999, il Ecco i collegi uninominal­i disegnati dal decreto del governo (ancora provvisori­o) Legenda Collegi

17 collegi in Emilia-Romagna, 14 in Toscana EMILIA-ROMAGNA centrodest­ra in Regione ha sempre preso batoste. Ma c’è dell’altro: sempre a giudicare dagli attuali sondaggi, il Pd può garantire seggi sicuri praticamen­te solo in Emilia e in Toscana, e i collegi da Piacenza a Rimini potrebbero essere utilizzati dai vertici pd per piazzare i cosiddetti candidati della società civile. Senza contare che qui dovrebbero conquistar­si il posto gli emiliani Matteo Richetti, Graziano Delrio, Dario Franceschi­ni e Andrea Rossi, responsabi­le organizzat­ivo del Pd nazionale.

FE Province

8 collegi in Emilia-Romagna, 7 in Toscana EMILIA-ROMAGNA

FE

Consensi personali Se i due ex governator­i erodono voti ai dem, rendono contendibi­li seggi finora blindati

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