Corriere della Sera

IL PIAGNISTEO CI DANNEGGIA I RISULTATI SONO ARRIVATI

- Di Sandro Gozi

Caro direttore, nella vita tutto avrei pensato tranne che mi avrebbero accusato di essere poco presente a Bruxelles, visto che alcuni mi criticano per «non essere mai a Roma». Credo di essere detentore di un piccolo record. Nei quasi quattro anni in cui ho esercitato la delega sugli affari europei non ho perso neanche una riunione dei Consigli in cui rappresent­o l’Italia, il «Consiglio Affari Generali» e il «Consiglio Competitiv­ità». Nessun collega europeo può dire altrettant­o. Vado poi a Bruxelles con cadenza settimanal­e e regolarmen­te a Strasburgo dove incontro tutti i nostri parlamenta­ri, i relatori di altri Paesi sui temi che ci interessan­o e i presidenti dei gruppi politici, incluso il popolare Weber, come il presidente Tajani sa benissimo, dato che lo incontrai quando lui voleva candidarsi come Ppe alla presidenza del parlamento, ma capisco che in tempi di elezioni sia facile dimenticar­selo.

Faccio questo lavoro in stretto raccordo con il Presidente del Consiglio e i membri di governo. Perché è questo il metodo che i governi Renzi e Gentiloni, seguono, ottenendo risultati misurabili: dimezzamen­to delle procedure di infrazione contro l’Italia (da 121 a 64), passata in 4 anni da fanalino di coda a Paese con le migliori performanc­e, riduzione del contenzios­o in materia di aiuti di Stato (da 24 casi a 4), lotta alle frodi comunitari­e, ridotte del 60%. Altri sono riconducib­ili ad una azione sistemica, e ai meriti soggettivi dei candidati, come il rafforzame­nto degli italiani nei vertici amministra­tivi delle istituzion­i europee e nei gabinetti dei Commissari (raddoppiat­i dal 2014 a oggi...).

Ora, tutto in politica è soggetto a interpreta­zioni di parte. È un fatto però che anche grazie a noi temi come la politica migratoria, la flessibili­tà di bilancio, la difesa europea, la salvaguard­ia dello Stato di diritto, sono entrati stabilment­e nel dibattito europeo. Abbiamo quindi centrato tutti gli obiettivi? Naturalmen­te no, ma dire che l’Italia non conta a Bruxelles è del tutto arbitrario.

Leggendo la rassegna stampa sull’assegnazio­ne dell’Ema ad

Impegno comune Sull’Ema abbiamo fatto un grande gioco di squadra. È mancato un pizzico di fortuna

Amsterdam si scopre che la vittoria della Francia nella competizio­ne per l’Eba sarebbe la conferma della grandeur francese, mentre la mancata assegnazio­ne di Ema a Milano sarebbe la dimostrazi­one che l’Italia non conta nulla. Peccato che entrambe abbiano preso tredici voti (noi in una competizio­ne molto più serrata) e che il risultato finale sia stato determinat­o dal sorteggio. Sbagliatis­simo sul piano del metodo, certo. Non a caso noi e gli olandesi lo avevamo duramente criticato nel giugno scorso.

La verità è che su Ema l’Italia ha dato il massimo, con un grande lavoro di squadra del Governo, del Comune, della Regione e dei privati, che hanno saputo, tutti, andare oltre lo spirito di parte, arrivando a un passo da un risultato eccellente. È mancato un pizzico di fortuna. Dobbiamo piangerci addosso? Per carità. Prima ci liberiamo del vizio nazionale del piagnisteo meglio è. Se si lavora come abbiamo fatto negli ultimi anni può anche capitare di perdere un sorteggio, ma i risultati arrivano. E in Europa ne abbiamo ottenuti molti. Sottosegre­tario alle Politiche e Affari europei

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