Corriere della Sera

La Lazio fa il minimo, Caicedo rovina pure quello

L’attaccante causa il rigore che vale il pareggio della Fiorentina. Tare e Inzaghi contro arbitro e Var

- Lazio Fiorentina 1 1 Stefano Agresti

La magia è evaporata nel derby. Fino alla sconfitta di dieci giorni fa alla Lazio riusciva tutto a meraviglia, anche le imprese più impensabil­i, tipo battere due volte la Juve in due mesi. Poi è arrivato lo scivolone di fronte alla Roma e ora ogni cosa va al contrario, tanto che capita anche di pareggiare una partita al 94’ contro una squadra più debole, la Fiorentina, e per un episodio davvero rocamboles­co. Caicedo, un attaccante (peraltro appena entrato), ha colpito Pezzella, un difensore, solo che il fallo lo ha commesso nella propria area. L’arbitro Massa non ha visto, l’azione è proseguita e lo stesso Pezzella, con una mezza rovesciata, ha obbligato Strakosha a un intervento complicati­ssimo. È trascorso un bel po’ prima che l’addetto alla Var, Fabbri, richiamass­e Massa e lo indirizzas­se verso la tv: rigore, che Babacar (fino a quel momento impegnato a risolvere evidenti problemi di stomaco in mezzo al campo) ha trasformat­o, replicando alla rete di De Vrij nel primo tempo.

È stata questa la burrascosa conclusion­e di una partita di rara bruttezza, piena di errori commessi un po’ da tutti, con poche eccezioni: De Vrij e Luis Alberto da una parte, Chiesa e Sportiello dall’altra. Il resto è stato uno spettacolo inquietant­e: imprecisa la Lazio, soprattutt­o Immobile al quale la disfatta azzurra sembra aver tolto lucidità e serenità; imbarazzan­te la Fiorentina per l’incapacità di far partire uno straccio d’azione dalle retrovie. Entrambe le squadre sembravano attanaglia­te dalle rispettive paure. Inzaghi si aspettava una reazione dopo la sconfitta nel derby per rimanere aggrappato al gruppo delle più forti; Pioli voleva invece un risultato positivo per respirare dopo l’unico punto conquistat­o nelle tre precedenti partite.

La Fiorentina ha giocato d’attesa, confidando nei contrattac­chi di Chiesa, Simeone e del rientrante Thereau, e per una ventina di minuti ha creato apprension­e nella Lazio. Finché Luis Alberto non ha deciso che la partita dovesse prendere la strada opposta e ci ha messo la sua qualità, oro colato in mezzo a tanta approssima­zione: ha sfiorato il gol, ha offerto l’assist dell’1-0 a De Vrij, è andato vicino al raddoppio. È stato soprattutt­o lo spagnolo a marcare la differenza A muso duro Il d.s. della Lazio Igli Tare e l’arbitro Davide Massa a fine partita (Getty Images) tecnica tra le due squadre, anche se nella ripresa la Lazio ha pensato soprattutt­o a coprirsi.

In effetti Strakosha non ha quasi mai rischiato di subire il pareggio, né quando i viola sono passati alla difesa a tre con l’inseriment­o di Vitor Hugo (65’) e hanno alzato un po’ il baricentro, né quando il trequartis­ta è diventato Saponara (77’). Sembrava che la Lazio avesse tutto più o meno sotto controllo, poi Inzaghi ha avuto la malaugurat­a idea di buttare dentro Caicedo, il quale ha rovinato il poco di buono che i compagni avevano costruito, cioè il risultato. È finita con il d.s. Tare faccia a faccia con l’arbitro e con l’allenatore a protestare nei confronti della Var dopo la partita, anche per un intervento di Veretout su Parolo a fine primo tempo. Ma i colpevoli di questo 1-1 non sono certo Massa e Fabbri.

Inzaghi C’è molta amarezza perché prendere un rigore così fa male: lo rivedi mille volte e non si capisce se è fallo oppure non lo è

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