L’Italia è divertente, vince anche, addirittura in Croazia
Successo importante in chiave Mondiale, Sacchetti: «Lavorando diventeremo una buona squadra»
«Non siamo una grande squadra ma vogliamo lavorare per diventare una buona squadra». Meo Sacchetti, pragmatico commissario tecnico di un’Italia dimezzata, prova a non esaltarsi troppo, eppure vincere a Zagabria, nell’arena dedicata al divino Drazen Petrovic, un soprassalto di orgoglio glielo regala: sì, magari della Croazia la squadra di casa ha soprattutto il nome, perché tutti i talenti sono impegnati altrove; è vero, il croato più produttivo è Darko Planinic, uno che a Sassari fatica a trovare spazio e punti; però vincere da queste parti non è mai banale, e i due punti conquistati sono una spinta probabilmente decisiva per la promozione alla seconda fase nelle qualificazioni al Mondiale 2019. Ed è il modo, soprattutto, che fa sorridere sotto i baffi il neo-Meo c.t.: «Guardavo i ragazzi dalla panchina e mi divertivo».
Una vittoria netta, nettissima (80-64, con un vantaggio massimo di +20 toccato a una manciata di minuti dal termine), maturata in due momenti distinti. Il primo, quando l’emozione ha giocato un brutto scherzo agli azzurri e dopo la palla due la Croazia ha rischiato di trasformare la partita in un massacro, il povero Crosariol scherzato da un Pianinic in versione Jabbar e il solo Ale Gentile a tenere insieme i pezzi: quando dopo 7’49’’ il numero 5 azzurro è stato richiamato in panchina, il risultato diceva Croazia 20Gentile 10.
Il resistere-resistere di Ale#5 è stato provvidenziale, perché ha permesso di arrivare al secondo momento, quello che ha rivoltato la partita, con le seconde linee: Burns centro per necessità, Della Valle libero di fare il Della Valle (e di cancellare il doppio taglio pre-preolimpico e preEuropeo), Abass chiamato a essere ancora un promettente giocatore di basket e non solo un triste panchinaro. E chi aveva da dimostrare qualcosa, l’ha fatto.
L’Italia a cavallo tra secondo e terzo quarto ha infilato un parziale di 27-4, e la partita è finita lì.
Con numeri che dicono molto: Amedeo Della Valle, 25 punti con 5 su 8 da 3 punti e un plus/minus di +28; Avudu Abass, 13 punti con 3 su 4 da tre, una penetrazione con schiacciata e tanta, tanta fame in difesa. E dietro di loro la squadra, con spazio anche per Sacchetti junior, prezioso lavoro oscuro. È vero, non era una Croazia da corsa, ma viste le premesse è forse un problema?