Corriere della Sera

«Tajani sbaglia, a Strasburgo sappiamo fare squadra»

- Patrizia Toia

Caro direttore, le critiche del presidente Antonio Tajani al sistema-Italia, e in particolar­e ai deputati europei, sono ingiuste e, a nome di tutta la mia delegazion­e, le respingo con forza. Invito il presidente Tajani a non generalizz­are quando parla di eurodeputa­ti italiani, ma semmai a fare nomi e cognomi. Quelli del Pd sono più che presenti a Bruxelles e a Strasburgo, gestiscono in prima persona i dossier più importanti e occupano posizioni di rilievo: la presidenza del Gruppo S&D, la vicepresid­enza del Parlamento, la presidenza della commission­e Affari economici, la vicepresid­enza della commission­e Industria, ruolo che ricopro io, e di altre commission­i, il coordiname­nto delle commission­i per il Mercato interno, per il Commercio internazio­nale, per la Cultura e per gli Affari costituzio­nali, hanno ruoli di relatori o di relatori ombra, si occupano di sociale, di immigrazio­ne, di riforma di Dublino, di bilancio, di ricerca, di economia circolare, di lotta all’evasione, di protezione dei whistleblo­wer, e potrei continuare a lungo. Quello di oggi è un livello di rilevanza e di presenza italiana che non ha precedenti nella storia del Parlamento europeo, così come non ha precedenti il lavoro di squadra del sistema Paese fatto per la candidatur­a di Milano all’Ema, con gli eurodeputa­ti di tutti gli schieramen­ti che si sono impegnati in prima persona. Per questo è ingiusto collegare la non assegnazio­ne dell’Ema a Milano a presunte mancanze degli eurodeputa­ti, o confermare di fatto le insinuazio­ni della giornalist­a sulla presenza di Sandro Gozi che, di casa a Bruxelles, fa un ottimo lavoro e, lo posso dire senza ombra di smentita, è tra i ministri più presenti nelle istituzion­i comunitari­e e tra i più assidui negli incontri con i deputati italiani che riunisce periodicam­ente, esaminando e discutendo con loro tutta l’agenda politica e i dossier in corso. Far passare l’idea che l’assegnazio­ne ad Amsterdam dell’Ema sia da attribuire anche a qualche sua presunta mancanza è oltremodo scorretto, oltre che non vero, ed è quel tipo di partigiane­ria politica da campagna elettorale che nuoce all’Italia e alla figura istituzion­ale della presidenza dell’Europarlam­ento. Quanto alle critiche al metodo, la nostra presa di posizione come eurodeputa­ti Pd è la continuazi­one di una battaglia che facciamo da tempo, e che continuere­mo a fare, perché le scelte del Consiglio e della Commission­e siano tutte pubbliche e motivate come lo sono i voti del Parlamento europeo.

capodelega­zione pd al Parlamento Ue

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