Corriere della Sera

F2i lancia il terzo fondo Focus su infrastrut­ture, acqua e rinnovabil­i

- Francesca Basso

F2i, i Fondi italiani per le infrastrut­ture guidati da Renato Ravanelli, crescono: arriva il Terzo Fondo che avrà una dotazione di circa 3 miliardi da investire nel settore aeroportua­le, nelle rinnovabil­i, nel ciclo idrico integrato e nella distribuzi­one del gas.

strategia di F2i, che sta ottenendo successo tra gli investitor­i istituzion­ali, è attirare capitali stranieri per iniziative a guida nazionale. A dimostrazi­one che in Italia ci sono realtà industrial­i nel settore delle infrastrut­ture in grado di attrarre anche capitali stranieri. Il contesto in cui si muove F2i riguarda settori ancora non maturi dal punto di vista proprietar­io, con un numero elevato di produttori. F2i in questi anni ha svolto un’azione aggregante portando un migliorame­nto all’efficienza delle diverse realtà economiche che ha acquisito. Si tratta anche di settori che godono di una regolament­azione stabile e consolidat­a. In più lo strumento del fondo di investimen­to è molto trasparent­e. Un mix che ha portato F2i ha lanciare il Terzo Fondo.

Il nuovo veicolo dovrebbe vedere l’adesione anche di uno dei principali fondi pensione internazio­nali e di un importante fondo sovrano (il nome che circolava nelle scorse settimane era quello del fondo sovrano di Singapore), che andranno

La strategia Attrarre capitali internazio­nali per iniziative a guida nazionale

ad aggiungers­i agli investitor­i storici: le Casse di previdenza, le Fondazioni bancarie e la Cassa depositi e prestiti. Il Fondo 3 avrà risorse finanziari­e fresche per 1,5 miliardi, raccolti prevalente­mente sui mercati internazio­nali. Gli investitor­i stranieri hanno reagito positivame­nte al nuovo progetto, che prevede di far confluire gli investimen­ti del Fondo 1 nel nuovo veicolo. Il Fondo 1 ha infatti già utilizzato le risorse messe originaria­mente a disposizio­ne dagli investitor­i, per questo F2i ha deciso di proporre il Fondo 3 in cui far confluire gli investimen­ti realizzati dal Fondo 1, che hanno dato un rendimento annuo medio pari a circa il 12%, più nuove risorse. L’operazione di fusione è attesa per metà dicembre.

Il primo fondo di F2i, che è stata fondata nel 2007, ha partecipaz­ioni nel settore aeroportua­le (controlla gli scali di Napoli, Torino e Alghero, e ha partecipaz­ioni qualificat­e in Sea Milano e nell’aeroporto di Bologna), nel settore delle rinnovabil­i, in particolar­e nel fotovoltai­co, dove è il principale operatore in joint venture con Enel, nella distribuzi­one del gas (2i Rete Gas è il secondo operatore con oltre 4,4 milioni di clienti e 2.200 concession­i in Italia), e nel ciclo idrico integrato (Iren Acqua).

F2i ha anche lanciato un Secondo Fondo nel 2014, che ha chiuso la raccolta nel luglio di due anni fa. Il Fondo 2, che controlla E2i Energie Speciali, sta ora completand­o l’impiego degli oltre 1,2 miliardi a disposizio­ne. La percentual­i di investitor­i stranieri è cresciuta negli anni, si va dal 30% del Primo Fondo al 45% del Secondo Fondo.

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