Il Coni in tackle sul calcio altro taglio da 2,6 milioni «Ma non è una punizione»
Malagò: «Vediamo se la Figc riesce a evitare il commissariamento»
Non un pugno, e sarebbe stato l’ennesimo, però nemmeno una carezza. Malagò toglie al calcio altri due milioni e 600 mila euro, una cifra che definisce «una lievissima riduzione» ma che diventa l’ultimo (per ora) schiaffo rifilato dal presidente del Coni al mondo del pallone. I contributi governativi destinati alla Figc scendono da 33 a 30,4 milioni, il taglio è inferiore rispetto all’anno scorso, solo che la quota riservata alla Federazione del nostro sport più popolare è ormai ridotta al venti per cento rispetto al totale (attorno ai 146 milioni). Ma, soprattutto, è la querelle Conicalcio a rimanere incandescente: da quando Malagò è stato eletto presidente, nel febbraio 2013, i contributi alla Figc si sono addirittura più che dimezzati, passando da 62 milioni e spiccioli agli attuali 30,4.
Una questione personale? Malagò garantisce che non è così. Anzi, il contrario. «In base ai criteri che ispirano la ripartizione, la Figc avrebbe dovuto avere una somma decisamente inferiore». Già, perché non ha le difficoltà di bilancio che appartengono ad altre Federazioni, tanto meno può vantare risultati tali da pretendere attenzioni o premi (questo proprio no). «Non si tratta di una punizione, insomma, e il provvedimento è stato votato all’unanimità dalla Giunta. Abbiamo dato un segnale di rispetto».
Il fatto è che il calcio in questo momento fatica a rispondere, figuriamoci a protestare: non c’è un presidente di Federazione e nemmeno uno di Lega, né è facile ipotizzare che la situazione si possa sbloccare oggi nell’assemblea convocata a Milano.
Malagò attende notizie proprio dalla Lega nelle prossime ore. Segue tutto con la massima attenzione, magari grazie alle segnalazioni di qualche amico («su quanto è accaduto nell’ultima assemblea ho saputo (Fifa) da chi era presente»), e insiste sulla necessità di avere una governance unita e credibile. E non sembra affatto ottimista sull’eventualità che qualcosa cambi in tempi stretti: «Non si risolve tutto con un nome, le caselle da riempire sono parecchie, ci sono soggetti che vogliono sapere chi saranno i loro compagni di viaggio. Di sicuro non mi pronuncio su eventuali candidati: sbaglierei a esprimere giudizi».
Non parla nemmeno del nuovo c.t. perché a Bari, dove si è tenuta la Giunta, c’è chi gli propone il nome di Montella: «Il commissario tecnico lo sceglierà il nuovo presidente della Figc». Oppure il commissario... «Il Coni non entra nelle dinamiche della Lega, aspetta solo di sapere se la Federcalcio, con un presidente dimissionario, può andare alle elezioni nei novanta giorni previsti, o se diventa necessario il commissariamento».
Ma a chi vanno i milioni che il Coni sottrarrà al calcio nel 2018? Se li spartiranno 23 Federazioni (su 43), le quali hanno bilanci infinitamente ridotti rispetto alla Figc e in qualche caso possono trarre un certo beneficio da un contributo all’apparenza minimo: 250 mila euro li prenderà il ciclismo, 200 mila euro andranno a canottaggio, scherma e sport equestri, il resto sarà distribuito con quote da 150 mila euro (tre Federazioni), 100 mila euro (dieci) e 50 mila euro (sei). Non aumenteranno i contributi per le altre grandi Federazioni, ovvero atletica, basket, nuoto, tennis, pallavolo. Nessuna di loro, però, ci rimetterà un soldo: solo il calcio vedrà ridotti i propri introiti.