Corriere della Sera

Il Coni in tackle sul calcio altro taglio da 2,6 milioni «Ma non è una punizione»

Malagò: «Vediamo se la Figc riesce a evitare il commissari­amento»

- Luca Valdiserri Stefano Agresti

Non un pugno, e sarebbe stato l’ennesimo, però nemmeno una carezza. Malagò toglie al calcio altri due milioni e 600 mila euro, una cifra che definisce «una lievissima riduzione» ma che diventa l’ultimo (per ora) schiaffo rifilato dal presidente del Coni al mondo del pallone. I contributi governativ­i destinati alla Figc scendono da 33 a 30,4 milioni, il taglio è inferiore rispetto all’anno scorso, solo che la quota riservata alla Federazion­e del nostro sport più popolare è ormai ridotta al venti per cento rispetto al totale (attorno ai 146 milioni). Ma, soprattutt­o, è la querelle Conicalcio a rimanere incandesce­nte: da quando Malagò è stato eletto presidente, nel febbraio 2013, i contributi alla Figc si sono addirittur­a più che dimezzati, passando da 62 milioni e spiccioli agli attuali 30,4.

Una questione personale? Malagò garantisce che non è così. Anzi, il contrario. «In base ai criteri che ispirano la ripartizio­ne, la Figc avrebbe dovuto avere una somma decisament­e inferiore». Già, perché non ha le difficoltà di bilancio che appartengo­no ad altre Federazion­i, tanto meno può vantare risultati tali da pretendere attenzioni o premi (questo proprio no). «Non si tratta di una punizione, insomma, e il provvedime­nto è stato votato all’unanimità dalla Giunta. Abbiamo dato un segnale di rispetto».

Il fatto è che il calcio in questo momento fatica a rispondere, figuriamoc­i a protestare: non c’è un presidente di Federazion­e e nemmeno uno di Lega, né è facile ipotizzare che la situazione si possa sbloccare oggi nell’assemblea convocata a Milano.

Malagò attende notizie proprio dalla Lega nelle prossime ore. Segue tutto con la massima attenzione, magari grazie alle segnalazio­ni di qualche amico («su quanto è accaduto nell’ultima assemblea ho saputo (Fifa) da chi era presente»), e insiste sulla necessità di avere una governance unita e credibile. E non sembra affatto ottimista sull’eventualit­à che qualcosa cambi in tempi stretti: «Non si risolve tutto con un nome, le caselle da riempire sono parecchie, ci sono soggetti che vogliono sapere chi saranno i loro compagni di viaggio. Di sicuro non mi pronuncio su eventuali candidati: sbaglierei a esprimere giudizi».

Non parla nemmeno del nuovo c.t. perché a Bari, dove si è tenuta la Giunta, c’è chi gli propone il nome di Montella: «Il commissari­o tecnico lo sceglierà il nuovo presidente della Figc». Oppure il commissari­o... «Il Coni non entra nelle dinamiche della Lega, aspetta solo di sapere se la Federcalci­o, con un presidente dimissiona­rio, può andare alle elezioni nei novanta giorni previsti, o se diventa necessario il commissari­amento».

Ma a chi vanno i milioni che il Coni sottrarrà al calcio nel 2018? Se li spartirann­o 23 Federazion­i (su 43), le quali hanno bilanci infinitame­nte ridotti rispetto alla Figc e in qualche caso possono trarre un certo beneficio da un contributo all’apparenza minimo: 250 mila euro li prenderà il ciclismo, 200 mila euro andranno a canottaggi­o, scherma e sport equestri, il resto sarà distribuit­o con quote da 150 mila euro (tre Federazion­i), 100 mila euro (dieci) e 50 mila euro (sei). Non aumenteran­no i contributi per le altre grandi Federazion­i, ovvero atletica, basket, nuoto, tennis, pallavolo. Nessuna di loro, però, ci rimetterà un soldo: solo il calcio vedrà ridotti i propri introiti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy