Le anime sospese del Parlamento
Ci sono deputati e senatori rimasti senza un partito, quelli che non riusciranno a farsi candidare o che intendono tornare alla vecchia professione Ecco chi è arrivato al capolinea
Igruppi parlamentari del Partito democratico rischiano di uscire più che dimezzati dalle prossime elezioni politiche. E quelli di Alternativa popolare potrebbero addirittura scomparire se ciò che resta del partito di Angelino Alfano non supererà la soglia del 3%. Per non parlare poi di Scelta civica, che nel 2013 portò alla Camera ben 37 deputati poi passati al Pd o dispersi nei cespugli centristi. I verdiniani, usciti da Forza Italia, difficilmente verranno ripresi dalla casa madre. Così, in mezzo a questo terremoto parlamentare, gli unici che provano a sorridere sono i potenziali candidati di Forza Italia, della Lega e del Movimento Cinque Stelle che i sondaggi stimano in ascesa. Mentre le donne di tutti i partiti rischiano meno ma solo perché ora ci sono le quote di genere.
Tra le macerie della XVII legislatura agli sgoccioli, dunque, si aggirano le «anime sospese» del Parlamento. Anime in pena. Perché non hanno più un partito. Perché da troppo tempo sono inquilini dei palazzi della Politica. Perché non sono più nel cerchio magico dei rispettivi leader. Ma c’è anche chi «non vede l’ora che sia tutto finito» per tornare alle professioni e ai mestieri abbandonati 5 anni fa.
I volti noti
Lo scrittore Edoardo Nesi, premio Strega nel 2011, eletto con la squadra di Mario Monti (Sc): «È stato un onore entrare alla Camera ma sono arrivato con un’idea romantica della vita parlamentare e non sono riuscito a fare tutte le cose che avrei voluto». Valentina Vezzali, la schermitrice olimpionica (portabandiera a Londra 2012) chiamata in Parlamento da Scelta civica, considera «quasi conclusa» l’esperienza: «Non so se si ripeteranno certe condizioni». L’ex direttore di Rainews Corradino Mineo, che ha lasciato i dem in questa legislatura: «Non è per me brigare per un posto nelle liste». Le «anime sospese» Antonio Razzi e Domenico Scilipoti (FI), poi, puntano su fedeltà e popolarità televisiva: «Io sono fedele e fedele resterò. Berlusconi parla con Kim Jong-un grazie a me», azzarda Razzi. Gabriella Giammanco (FI) spera invece nella valanga rosa: «Berlusconi ha detto che ci ricandiderà tutte».
Gli accademici
Michela Marzano, ex Pd ora al misto, è felice di tornare a tempo pieno alla sua cattedra a Parigi: «Finalmente sta per finire». Tra i professionisti prestati alla politica c’è anche l’economista Irene Tinagli (ex Sc poi Pd): «Non è stato facile frequentare questo Palazzo». Grazia Rocchi (Pd) tornerà a insegnare in Toscana: «Mi sento più utile dove ero prima». Rientra nella cattedra di Diritto privato il barese Gaetano Piepoli (Sc): «Qui alla Camera ho avuto la possibilità di capire quanto sia profonda la crisi del sistema». L’ex ministra dell’Università Maria Chiara Carrozza, vicina a Enrico Letta: «Sono attratta dal ritorno alla mia professione». L’imprenditore Andrea Vecchio (Sc): «No, non mi ricandido... Questa stagione ha dato
Sono arrivato con un’idea romantica della vita parlamentare e non sono riuscito a fare tutte le cose che avrei voluto. Edoardo Nesi (gruppo misto)