Corriere della Sera

Curve, brividi e lo Zoncolan Un percorso che costringe a improvvisa­re

- Marco Bonarrigo

sono sconosciut­e ai più. Impensabil­e verificarl­e tutte sul campo, anche per i maniacali strateghi inglesi: Froome dovrà lavorare molto più di improvvisa­zione di quanto sia nelle sue corde.

Il Giro parte relativame­nte tranquillo in Israele (anche se la crono iniziale è un toboga), sbarca in Sicilia con due frazioni insidiose e si impenna nell’isola già alla sesta tappa: l’Etna come quest’anno, ma questa volta dal versante più duro con uno sperone al 15% nella prima parte e un lungo tratto all’8% nel finale. Il tempo di sbarcare in continente e risalire la Calabria ed ecco due arrivi consecutiv­i in salita. L’ottava frazione al classico Santuario di Montevergi­ne, la nona addirittur­a ai 2.135 metri del Gran Sasso, con un’ascesa-monstre (sia pure spezzata da tratti in piano) di quasi 50 chilometri dove nel finale, tanto per gradire, ci si impenna fino al 13%. La chiave di questo giro sarà il recupero, le grandi difficoltà sono perfidamen­te proposte senza soluzione di continuità.

Dopo il giorno di riposo, tre tappe per spostarsi dall’Abruzzo (Penne) all’Emilia (Imola) sembrano un elettrocar­diogramma impazzito. Il giorno 14 è quello che Chris (come tutti gli altri) ha segnato in rosso. La temutissim­a tappa dello Zoncolan (dal versante killer di Ovaro) non è solo l’arrivo sulla montagna più dura d’Europa ma anche, come antipasto, i verticali Duron

Le difficoltà Delle 39 salite, quelle note sono 9. C’è l’Etna, ma dal versante più duro; 45 km a crono

e Sella Valcalda. Lo spazio di una notte e la corsa rosa si è inventata la Tolmezzo-Sappada con tre ascese su quattro cime note solo ai cultori delle strade verticali (Mauria, Sant’Antonio, Costalissi­o), tutte con almeno un tratto oltre il 12% e con discese da affrontare con estrema attenzione.

L’ultimo riposo è l’antipasto della crono Trento-Rovereto (34 chilometri complicati) e di una tripletta alpina da brividi. Il primo giorno con l’arrivo a Prato Nevoso, il secondo col ritorno dell’epico sterrato del Colle delle Finestre (preceduto dal Lys, seguito da Sestriere e Jafferau), il terzo con il classico traguardo di Cervinia dopo essere passati da due valichi tanto anonimi, quanto arcigni: il Col Tsecore (al 15% nel finale) e il San Pantalèon dove verrà assegnata la maglia rosa prima della passerella finale romana, su un circuito bello da far schiumare di rabbia il Tour.

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