Curve, brividi e lo Zoncolan Un percorso che costringe a improvvisare
sono sconosciute ai più. Impensabile verificarle tutte sul campo, anche per i maniacali strateghi inglesi: Froome dovrà lavorare molto più di improvvisazione di quanto sia nelle sue corde.
Il Giro parte relativamente tranquillo in Israele (anche se la crono iniziale è un toboga), sbarca in Sicilia con due frazioni insidiose e si impenna nell’isola già alla sesta tappa: l’Etna come quest’anno, ma questa volta dal versante più duro con uno sperone al 15% nella prima parte e un lungo tratto all’8% nel finale. Il tempo di sbarcare in continente e risalire la Calabria ed ecco due arrivi consecutivi in salita. L’ottava frazione al classico Santuario di Montevergine, la nona addirittura ai 2.135 metri del Gran Sasso, con un’ascesa-monstre (sia pure spezzata da tratti in piano) di quasi 50 chilometri dove nel finale, tanto per gradire, ci si impenna fino al 13%. La chiave di questo giro sarà il recupero, le grandi difficoltà sono perfidamente proposte senza soluzione di continuità.
Dopo il giorno di riposo, tre tappe per spostarsi dall’Abruzzo (Penne) all’Emilia (Imola) sembrano un elettrocardiogramma impazzito. Il giorno 14 è quello che Chris (come tutti gli altri) ha segnato in rosso. La temutissima tappa dello Zoncolan (dal versante killer di Ovaro) non è solo l’arrivo sulla montagna più dura d’Europa ma anche, come antipasto, i verticali Duron
Le difficoltà Delle 39 salite, quelle note sono 9. C’è l’Etna, ma dal versante più duro; 45 km a crono
e Sella Valcalda. Lo spazio di una notte e la corsa rosa si è inventata la Tolmezzo-Sappada con tre ascese su quattro cime note solo ai cultori delle strade verticali (Mauria, Sant’Antonio, Costalissio), tutte con almeno un tratto oltre il 12% e con discese da affrontare con estrema attenzione.
L’ultimo riposo è l’antipasto della crono Trento-Rovereto (34 chilometri complicati) e di una tripletta alpina da brividi. Il primo giorno con l’arrivo a Prato Nevoso, il secondo col ritorno dell’epico sterrato del Colle delle Finestre (preceduto dal Lys, seguito da Sestriere e Jafferau), il terzo con il classico traguardo di Cervinia dopo essere passati da due valichi tanto anonimi, quanto arcigni: il Col Tsecore (al 15% nel finale) e il San Pantalèon dove verrà assegnata la maglia rosa prima della passerella finale romana, su un circuito bello da far schiumare di rabbia il Tour.