Corriere della Sera

DARE SPERANZE ALLA PER FAR TORNARE CHI SE NE VA

SICILIA

- Federico Impellizze­ri f.impellizze­ri97@gmail.com

Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579

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Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere»

Caro Aldo,

leggo sul Corriere che, guarda un po’, anche il ventenne messinese neoeletto all’Ars ( figlio di qualcuno impossibil­itato a candidarsi viste le condanne), nuova promessa della politica, boom di preferenze, è indagato (insieme al padre) per evasione, appropriaz­ione indebita e chi più ne ha più ne metta. Noi giovani siciliani abbiamo qualche possibilit­à? O siamo destinati al collasso?

Caro Federico,

Lei fa riferiment­o all’inchiesta per riciclaggi­o a carico di Luigi Genovese, figlio di Francanton­io, condannato di suo a 11 anni in primo grado, figlio del senatore democristi­ano Luigi Genovese, nipote del ministro democristi­ano Nino Gullotti. Francanton­io Genovese nasce con la Dc, poi va con Buttiglion­e, quindi con la Margherita, da qui nel Pd e infine in Forza Italia. Il suo piccolo impero economico è fondato sui traghetti; se si fosse fatto il Ponte sullo Stretto, sarebbe stato spazzato via; ma in Sicilia comandano le anime nere e le anime belle. L’ex sindaco di Messina Francanton­io Genovese è acerrimo nemico del Ponte esattament­e come l’attuale sindaco Accorinti, che gira a piedi nudi con magliette contro un’opera che sarebbe fondamenta­le per lo sviluppo della Sicilia ma che in realtà nessuno vuole né tantomeno prepara seriamente. Lei, gentile Federico, mi chiede cosa possono fare i giovani. La soluzione non verrà dalla politica. Oltre la metà dei siciliani non ha votato per eleggere il suo presidente né nel 2012, né il mese scorso. Genovese junior ha preso una barca di preferenze. Consenso autentico o clientela? Gli elettori sono liberi cittadini, o vittime, o mandanti? Aspettiamo le sentenze della magistratu­ra. Una riflession­e generale però si può già fare. Se molti siciliani abitano case abusive, fanno lavori precari e campano di sussidi, se il diritto diventa favore, è difficile esercitare una libera scelta democratic­a. Centomila ragazzi hanno lasciato l’isola negli ultimi anni, e non sono i disperati: sono i figli di famiglie che hanno potuto mandarli all’estero a studiare e adesso a cercare il lavoro che a casa non trovano. Dobbiamo creare le condizioni per cui chi lo desidera possa tornare, o restare. E il lavoro si crea con gli investimen­ti, pubblici e privati. A cominciare dal turismo di qualità: infrastrut­ture, voli diretti con il Nord Europa, spettacolo, cultura, arte, restauri.

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