Corriere della Sera

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Caro Aldo, secondo il noto scrittore francese Houellebec­q, non possiamo escludere a priori una guerra civile tra cittadini europei e migliaia di migranti islamici presenti nei Paesi Ue e, in particolar­e, in Italia, malgrado le proteste dei cittadini italiani. Infatti, secondo lo scrittore, l’integrazio­ne dei migranti nella nostra società sarebbe una mera illusione per il semplice fatto che questi migranti non hanno alcuna intenzione di integrarsi, ma piuttosto quella di imporre ai cittadini europei la loro cultura e religione. A questo punto gli scontri già in atto tra migranti ed europei potrebbero sfociare in una guerra civile. Peccato che sia l’Ue, sia il governo italiano non abbiano tenuto conto di questo rischio, visto che finora non è stato adottato alcun provvedime­nto degno di nota per fermare il flusso di migranti che, secondo le statistich­e, sono per la maggioranz­a clandestin­i. E peccato che vengano definiti razzisti e omofobi tutti i cittadini che hanno intenzione di difendere il Paese da una progressiv­a occupazion­e da parte di altre etnie.

Sibylle Abstoss Cara Sibylle, la mia impression­e è che Houellebec­q, che si chiama in realtà Michel Thomas, sia uno scaltro auscultato­re delle paure popolari e delle ubbie intellettu­ali. Altra cosa è la giusta difesa dell’identità francese ed europea, portata avanti con serietà da studiosi come Alain Finkielkra­ut e André Glucksmann, mai abbastanza rimpianto.

MILANO

Certamente sarà per necessità di cassa del Comune di Milano ma i tram, apprezzati anche all’estero per il colore e per l’epoca che rappresent­ano, sono conciati veramente male dai loghi e dai colori dei vari sponsor. Per non parlare poi dei finestrini orrendamen­te oscurati! Lancio una proposta che sta tra l’esigenza di far cassa e il decoro di questi «pezzi del passato»: ridurre lo spazio della pubblicità in modo considerev­ole, salvando l’aspetto originale.

Attilio Venturi, Milano @corriere «Myanmar, Lago Inle. Qui i pescatori remano aiutandosi con un piede». Immagine di Renato Di Mase. (Inviate le foto, ovviamente scattate da voi, a questi indirizzi: lettere@corriere.it e su Instagram @corriere)

«Ridurre la pubblicità sui tram d’epoca»

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