I prestiti di Veneto Banca
Caro direttore, Le scrivo nella mia qualità di presidente del consiglio di amministrazione in carica — su indicazione del Fondo Atlante — dall’8 agosto 2016 fino al 25 giugno 2017, in merito all’articolo dal titolo «Veneto Banca, ecco la lista dei primi cento debitori» — apparso a pagina 5 dell’edizione del 24 novembre 2017 del Corriere della Sera —a firma della giornalista Fiorenza Sarzanini e al citato elenco acquisito dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. A fronte delle notizie e delle informazioni riportate nel corso dell’articolo e desunte da documenti riservati, mi corre l’obbligo di precisare che numerosi dati non risultano corretti e sono fonte di equivoci, lesivi dell’immagine degli amministratori e del management in carica in quel periodo. In particolare, si fa riferimento alle citate «date di erogazione» dei finanziamenti concessi ai debitori riportati nell’elenco. A questo proposito occorre segnalare che le stesse, come citate nel documento e riportate nell’articolo, sono riferite alla data di prima classificazione a Utp (Unlikely to pay) o a Sofferenza, il momento cioè in cui un credito viene contabilizzato non più «in bonis» ma come incaglio o sofferenza, e NON alla data di erogazione del relativo finanziamento. La rappresentazione che emerge dal citato articolo è fonte di gravi equivoci. Dire che le posizioni debitorie di cui all’articolo e all’elenco ad esso allegato danno evidenza dei «…titolari delle aziende che tra il 2012 e il 2017 hanno svuotato le casse dell’istituto di credito grazie alla compiacenza degli amministratori che hanno concesso prestiti e finanziamenti senza le necessarie garanzie…» non solo non rappresenta correttamente l’operato della gestione di Veneto Banca successiva al salvataggio dell’estate 2016, ma offre — per la suggestione del lettore — una rappresentazione fuorviante delle azioni poste in essere per il rilancio e il risanamento della Banca in un momento critico della sua storia. Non solo gli amministratori e il management di Veneto Banca che rappresento non hanno erogato nuove somme alle predette società successivamente al proprio insediamento, ma essi hanno agito con il primario obiettivo di trovare soluzioni di rientro favorevoli per la Banca, a fronte di esposizioni già da tempo in essere, dimostrando di aver portato a una netta e chiara discontinuità d’azione rispetto alle passate gestioni. Alla luce di quanto sopra riportato, le chiedo per cortesia che il Corriere della Sera pubblichi una tempestiva rettifica all’articolo citato, a beneficio della correttezza dell’informazione a favore del pubblico.