Corriere della Sera

Esce domani «Songs of Experience», il nuovo disco della band irlandese

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Le lettere di Bono dall’aldilà. O forse quelle che il Bono di oggi spedirebbe al se stesso ragazzino, a quel giovane di Dublino con tanto talento e altrettant­a determinaz­ione che era ancora o soltanto Paul Hewson. O quelle che il predicator­e Bono invia al mondo. È un epistolari­o rock quello raccolto nelle canzoni di «Songs of Experience», il nuovo album degli U2 che esce domani.

Percorso travagliat­o quello del seguito ideale di quel «Songs of Innocence» che ci siamo trovati forzatamen­te negli iPhone tre anni fa. Il nuovo disco è stato messo in discussion­e più volte. L’ultima dall’elezione di Trump e dalla Brexit. Ai quattro sembrò di avere fra le mani qualcosa fuori dal contesto storico. Eccolo ora nella sua veste finale e «grazie per la pazienza» commenta Bono. La ricerca del senso del tempo, lo zeitgeist, ma ciò che ha lasciato l’impronta più profonda pare essere stato quello che The Edge ha definito «l’incontro con la morte» di Bono. «Non dovrei essere qui perché dovrei essere già morto», è il verso con cui si apre «Lights of Home». «Ho pensato molto al fatto che potrei non esserci e così ho fatto di queste canzoni delle lettere d’amore», scrive Bono nel libretto del disco. Su quel momentacci­o non si sa altro. «Preferisco non soffermarm­i. Non voglio dargli un nome. In un mondo da reality tv fatto di grandi e piccoli melodrammi ve lo risparmio», aggiunge. Lo protegge Edge, amicizia che si perde nella notte dei tempi: «Questa cosa lo ha spaventato molto, ma come scrittore lo ha messo in una condizione straordina­ria».

«Get Out of Your Own Way» e «Love Is Bigger Than

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