Da Farina all’accordo con Sauber L’Alfa Romeo torna in Formula 1
I piloti saranno Leclerc ed Ericsson. Marchionne: «Nuovo capitolo di una leggenda»
Due anni di pensieri, accelerazioni e frenate. La strada per riportare l’Alfa Romeo in Formula 1 è stata lunga e piena di ostacoli. Ma alla fine il passo è compiuto, dall’anno prossimo il marchio che ha scritto pagine infinite di successi e conquistato i primi due Mondiali nel 1950 e nel 1951 (con Nino Farina e Juan Manuel Fangio), tornerà a correre sulle sue gambe, o meglio ruote, a 32 anni dall’ultima apparizione nel «circus». Sergio Marchionne ha mantenuto la promessa, il quadrifoglio verde già da un po’ compariva sulle fiancate della Ferrari. Era solo l’antipasto, il piatto più ricco è arrivato ieri con la firma di un accordo di collaborazione commerciale e tecnologica fra il gruppo Fca e la Sauber. Una scelta razionale, dettata da ragioni
Squadra satellite Il nuovo team permetterà alla Ferrari di far crescere i giovani, anche tra gli ingegneri
di sostenibilità economica: perché era chiaro a tutti che l’Alfa non avrebbe potuto fare tutto da sola senza appoggiarsi a una struttura esistente. E così i motori continueranno a essere forniti dalla Ferrari — conservando il logo del Cavallino —, ma i tecnici del Biscione affiancheranno quelli della scuderia svizzera, guidata da Frédéric Vasseur, nella progettazione della monoposto.
A suggellare il matrimonio, i colori dell’Alfa vestiranno le monoposto di Hinwil in qualità di sponsor principale. La titoli iridati dell’Alfa in F1: ‘50 e ‘51 Ha corso poi dal ‘79 all‘85 In totale 110 Gp, 10 vittorie squadra cambierà nome in Alfa Romeo Sauber F1 team. Un primo esempio grafico si vedrà già dopodomani quando nel museo di Arese, alla presenza di Marchionne, sarà ufficializzata la formazione piloti. Che a meno di clamorose sorprese comprende il baby ferrarista Charles Leclerc e lo svedese Marcus Ericsson. Quest’ultimo, «protetto» da un ricchissimo sponsor personale (Tetra Pak), è fonte di entrate sicure per gli elvetici. Quanto al primo: vent’anni, monegasco, è cresciuto nell’Academy di Maranello diretta da Massimo Rivola e ha sbancato al debutto il Mondiale di Formula 2 con la Prema. Marchionne e Arrivabene stravedono per lui e lo considerano l’alternativa più valida per il dopo-Raikkonen (Kimi è stato confermato per il 2018).
L’operazione Alfa-Sauber permetterà al Cavallino di avere una squadra di «riserva» per far maturare i giovani più promettenti. Non solo piloti ma anche ingegneri e meccanici. La Red Bull lo fa da una vita con la Toro Rosso. Inoltre la vetrina mondiale della F1 servirà a spingere le vendite dei nuovi modelli Alfa. «È un passo significativo nella ricostruzione del marchio — spiega Marchionne — che potrà beneficiare dello scambio tecnico e strategico con un partner di esperienza indiscussa. Tutti gli appassionati di Alfa potranno tifare per un costruttore di automobili che è determinato a scrivere un nuovo capitolo della sua unica e leggendaria storia sportiva».