Corriere della Sera

La soglia dell’età e le modifiche (ancora possibili)

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Perché la Cgil è scesa in piazza? Il sindacato guidato da Susanna Camusso protesta contro il governo che non avrebbe rispettato gli impegni sottoscrit­ti con Cgil, Cisl e Uil un anno fa in materia di pensioni. La Cgil punta al blocco del meccanismo automatico di adeguament­o dei requisiti alla speranza di vita. Il meccanismo farà sì che dal 2019 per andare in pensione di vecchiaia serviranno almeno 67 anni d’età mentre per la pensione anticipata ci vorranno minimo 43 anni e 3 mesi di contributi (un anno in meno per le donne). La Cgil chiede anche una pensione di garanzia per i giovani e facilitazi­oni per il pensioname­nto delle donne che svolgono lavori di cura.

Perché Cisl e Uil non aderiscono alla protesta?

I due sindacati guidati rispettiva­mente da Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo hanno dato una valutazion­e positiva della trattativa con il governo che si è conclusa a Palazzo Chigi il 21 novembre. L’esecutivo si è impegnato a esentare dall’aumento di 5 mesi dei requisiti per la pensione dal 2019 quindici categorie di lavoratori che svolgono attività «gravose». Si tratta, secondo le stime del governo (che la Cgil ritiene esagerate) di 14.600 lavoratori. Il governo ha anche promesso l’ampliament­o della platea ammessa all’Ape sociale (anticipo di pensione a partire da 63 anni) a 4 nuove categorie di gravosi che si aggiungera­nno alle 11 già previste.

Che possibilit­à ha la Cgil di ottenere di più dalle Camere?

Pochissime. È vero che in Parlamento c’è uno schieramen­to trasversal­e, che va dai gruppi a sinistra del Pd fino alla Lega e al Movimento 5 Stelle, contrario all’attuale meccanismo di adeguament­o automatico dei requisiti pensionist­ici e favorevole, come minimo, a rinviare lo scatto previsto nel 2019. Ma anche se emendament­i in tal senso dovessero passare in commission­e, ipotesi comunque difficile alla Camera dove la maggioranz­a è solida, essi verrebbero neutralizz­ati dal governo in Aula con la richiesta del voto di fiducia su un maxiemenda­mento che non ricomprend­erebbe alcun rinvio dello scatto.

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