Addio Verdini Romano lascia (con altri sei)
«Cari colleghi, scrivo per l’ultima volta in questa chat...». Saverio Romano spacca il gruppo Ala e se ne va, portando via a Denis Verdini quel drappello di parlamentari che non hanno mai votato la fiducia a Gentiloni: Galati, Marcolin, Rabino e Zanetti alla Camera, Compagnone e Scavone al Senato. L’ex ministro torna nel centrodestra, tra le braccia di Berlusconi: «Lui è insostituibile. Tornando sulla scena ha dimostrato di essere il catalizzatore di un elettorato e questo fa di lui un leader e un punto di riferimento per i moderati». Non sarebbe meglio affidare la guida della coalizione ad Antonio Tajani? «No, io spero che il presidente Berlusconi possa nuovamente essere premier dopo un accordo parlamentare post elettorale, altrimenti sarà lui ad avanzare una proposta». L’addio di Romano a Verdini non è un divorzio, ma una «separazione consensuale». Nella missiva il presidente del gruppo Scelta civica-Ala rivendica di essere stato «decisivo», con i Popolari e Autonomisti, per la vittoria di Musumeci in Sicilia. Ricorda la «tegola» pochi giorni fa dell’uscita verso il gruppo misto di Auci, D’Agostino e Vezzali e conclude che la compagine non ha più un futuro: «Abbiamo fatto una scommessa e l’abbiamo persa, tutti!». Adesso non è il caso «di usare accanimento terapeutico per tenere insieme posizioni inconciliabili», meglio lavorare a una lista dei moderati con Cesa, Costa, Fitto, Quagliariello, Zanetti. E Verdini? «Chi insiste nel voler dare una mano a Renzi, lo faccia senza di noi».