Corriere della Sera

La ragnatela di

- Giuseppe Sarcina (Afp)

dal nostro corrispond­ente

Prende forma la rete del super procurator­e Robert Mueller. Donald Trump non si sente minacciato dagli ultimi sviluppi: il suo ex consiglier­e per la sicurezza nazionale, Michael Flynn, ha confessato di aver mentito all’Fbi sui contatti con l’ambasciato­re russo Sergey Kislyak. Il presidente concede un paio di battute ai cronisti, in viaggio verso New York: «Non ho paura di ciò che potrà dire Flynn all’Fbi». E ancora: «Viene fuori che non c’è stata collusione con i russi, quindi siamo felici». Infine Trump si affida a Twitter: «Ho dovuto licenziare il generale Flynn perché mentì al vice presidente e all’Fbi».

Studio Ovale in allarme

In realtà il presidente e i consiglier­i dello Studio Ovale sono in pieno allarme. Fin dove può arrivare Mueller? Che cosa ha già in mano? Le piste del Super investigat­ore al momento sembrano essere tre e mezzo, se si può dire. La più promettent­e potrebbe rivelarsi quella venuta allo scoperto ieri. Con una precisazio­ne importante: Flynn è finito nei guai per falsa testimonia­nza. Il suo rapporto di scambio su sanzioni e Israele con il diplomatic­o russo non costituisc­e, di per sé, un reato. Troppo poco per prefigurar­e un’ipotesi di collusione tra il team di Trump e gli emissari del Cremlino. E infatti Mueller non lo ha fatto, sottolinea­no Trump e i suoi avvocati. Ma l’argomento del presidente può essere capovolto: se era tutto così «legittimo» e lineare, perché Flynn ha mentito?

Il marito di Ivanka

Il sospetto degli agenti federali è che l’ex generale volesse coprire una relazione più stretta con Mosca. Venerdì scorso, tv e giornali hanno pubblicato diverse indiscrezi­oni. L’emittente Abc ha corretto lo «scoop» che per qualche ora aveva affossato Wall Street. Flynn avrebbe riferito agli inquirenti che Trump lo spinse a contattare i russi non durante la campagna elettorale, ma dopo la vittoria alle elezioni. Come dire: dialogo politico, non ricerca di una sponda per danneggiar­e Hillary Clinton. L’altro nome che è uscito è quello di Jared Kushner, il genero-consiglier­e del presidente. Sarebbe lui il «very senior member» che avrebbe avallato le iniziative di Flynn. Mueller ha già interpella­to il marito di Ivanka e, come riferisce la Cnn, all’inizio di novembre, gli ha chiesto, e ottenuto, documenti sui legami con i russi.

Offensiva contro il clan

Mueller potrebbe sfondare la linea difensiva del clan Trump. In queste ore la sua squadra sta verificand­o punto su punto tutte le dichiarazi­oni di Kushner al Congresso e agli stessi agenti federali. Se qualcosa A New York Donald Trump, 71 anni, ieri a un pranzo di raccolta fondi non torna il giovane consiglier­e rischia la stessa incriminaz­ione di Flynn. L’altro scenario è che Kushner abbia detto la verità o comunque che Mueller non riesca a dimostrare

La reazione Trump ostenta sicurezza: «Non ho paura di ciò che potrà dire Flynn all’Fbi»

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