L’«ORDINE SPONTANEO», UNA STORIA NAPOLETANA CHE PIACE A DE MAGISTRIS
Questa della catallassi, dell’ordine spontaneo, dell’autogoverno che riesce sempre e comunque a tenere in piedi una città come Napoli è storia ricorrente. Ogni volta che il caos urbano incombe e l’amministrazione latita, la storia torna. Ora l’ha tirata fuori anche de Magistris, approfittando di un vigile che si è accorto di quanto i semafori possano far danno al traffico e di quanto ne possa invece guadagnare la collettività a tenerli spenti. Il vigile se n’è accorto un giorno che, per un guasto improvviso, i semafori sono andati in tilt. In una sola piazza il gomitolo di auto e bus si è sciolto come d’incanto e il testimone lo ha raccontato al Corriere del Mezzogiorno. A de Magistris non è parso vero. Finalmente il sindaco poteva tenere insieme tutti i pezzi della sua filosofia politica: l’autodeterminazione dei popoli e l’inefficienza amministrativa, la retorica internazionalista e la giustificazione locale. «I semafori — ha detto — a Napoli ogni tanto si guastano. Ma poi c’è la straordinaria qualità di questa città...». Ai tempi di Bassolino, nella trappola cadde anche Jean Baudrillard. «A partire da una certa densità critica, per esempio quella del traffico — scrisse in Le Pacte de lucidité ou l’intelligence du mal — il comportamento razionale non paga più. Procedere a caso è efficace quanto un percorso calcolato, come accade a Napoli, dove il disordine assoluto dà gli stessi risultati dell’ordine assoluto». Era il 2004, e negli anni successivi la catallassi ha prodotto ben poco. Secondo lo studio Ambrosetti, attualmente la prima area metropolitana per qualità della mobilità urbana è Milano. Napoli è nona seguita solo da Messina, Reggio Calabria e Salerno. Un caso fortunato non fa una strategia.