Corriere della Sera

IL AI NONNI IL SINDACO SALA CI RIPENSI

PICCOLO ACHILLE

- Vincenzo.barlotti@virgilio.it Carlo Papadia Serena Niciotti Matteo Calletti

Caro Aldo, da juventino non posso non essere contento della vittoria della Vecchia Signora sul Napoli, ma un po’ mi dispiace per la compagine partenopea. Non sono ipocrita se affermo che sarei felice se lo scudetto lo vincesse il Napoli, a patto che la Juventus si aggiudichi la Coppa dei Campioni. Il problema del Napoli è l’eccessiva «pressione» che ha sempre dato la tifoseria sulla squadra e che in passato le ha impedito in troppe occasioni di vincere il campionato. Se non fosse arrivato Maradona, forse il Napoli ancora starebbe a sognare «’o scudett».

Vincenzo Barlotti

Caro Vincenzo, ricordo quando l’Avvocato disse nell’87 che, se non fosse toccato per l’ennesima volta alla Juve, avrebbe voluto lo scudetto al Napoli. Da juventino ci rimasi male, poi capii che aveva ragione.

FINE VITA

Ho oltre 80 anni. Mi sconvolge il pensiero che a decidere come io me ne debba andare, non siano più i preti — ed era una cosa già molto pesante — ma che ora sia Salvini!

Alberto Voltaggio, Roma

CASO ILVA

È sconcertan­te ciò che sta accadendo sulla vicenda Ilva in questi giorni. La Regione Puglia, con un governator­e appartenen­te al partito di maggioranz­a del governo, ricorre al Tar contestand­o il piano ambientale governativ­o per l’impianto. L’azione dimostra assenza totale di dialogo tra le due parti che dovrebbero invece collaborar­e per la salvaguard­ia dei posti di lavoro e la salute dei cittadini. Scelte di natura prettament­e politica, con possibili gravi implicazio­ni sulla vita dei lavoratori o dei tarantini, vengono demandate alle decisioni della giustizia amministra­tiva. Purtroppo la politica abdica al proprio ruolo nel rapporto StatoRegio­ne e non esiste la volontà di arrivare a un accordo che concili il diritto al lavoro e la salute dei cittadini coinvolti. Roberto Rinaldi, Bussero (Mi) Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579

lettere@corriere.it lettereald­ocazzullo @corriere.it

Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere» «Lo dico al Corriere» @corriere

Caro Aldo,

vorrei conoscere il suo pensiero a proposito della richiesta del giudice Ceriani di affidare ai nonni il piccolo Boettcher, «il figlio di quelli dell’acido». Così sarà marchiato a vita un innocente che avrebbe il diritto di crescere come un qualunque Mario Rossi. I nonni saranno idonei a prendere con sé il bambino e non hanno alcuna colpa. Perché non pensiamo prima di tutto al minore? Perché non dovrebbe poter crescere con due genitori, giovani, desiderosi di avere un figlio e di dargli tutto l’amore necessario?

Cari lettori,

Il tribunale di Milano ha dichiarato adottabile il piccolo Achille, il figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher nato in carcere. Il Comune di Milano che ha in affido il piccolo ha difeso questa scelta, ma si è scontrato con la tesi del procurator­e generale della Cassazione, favorevole a far crescere il bambino dai nonni materni: «Anche se i genitori sono responsabi­li di crimini raccapricc­ianti, dare in adozione il loro figlio equivarreb­be a una non consentita operazione di genetica familiare, come se il piccolo fosse nato con una macchia. I nonni materni sono idonei a crescerlo e ne hanno diritto». Sono bravi nonni: «Hanno avuto con lui 46 incontri, senza mancare mai a un appuntamen­to tutte le volte che era loro consentito». Personalme­nte credo che il procurator­e generale (che è una donna: Francesca Ceriani) abbia ragione. Forse il sindaco Sala potrebbe suggerire ai legali del Comune di rivedere la loro posizione: un conto è la decisione del tribunale, che solo un’istanza giudiziari­a superiore può capovolger­e; un altro conto è la posizione del Comune, che può cambiare. Questo ovviamente non cancella i crimini della Levato e di Boettcher. Due ragazzi, Pietro e Stefano, sfigurati con l’acido. Un terzo, Giuliano, salvo per miracolo. Un quarto, Antonio, che rischiò di essere evirato. Erano gli ex di Martina, che doveva cancellarl­i per punire se stessa e purificars­i agli occhi del suo nuovo amore, o meglio del suo padrone.

Lo scudetto dell’87 e l’auspicio dell’Avvocato Le frasi choc di Salvini «Fra Regione e governo veti e ricorsi di natura prettament­e politica»

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