Corriere della Sera

«Mi escludono a causa della mia invalidità»

- Milano

Ho 50 anni e dal giugno 2013 sono in cerca di occupazion­e. Dal 2008 al 2013 ho lavorato come segretaria dell’ex sindaco di Afragola; cambiata l’amministra­zione ho perso il lavoro, perché il mio contratto era legato alla durata del mandato del sindaco. Prima di questa esperienza ho lavorato per anni e anni in ambito marketing e comunicazi­one a Milano, Parma, Roma e a Napoli. Questa non è una notizia, perché siamo in milioni in questa avvilente situazione. La mia esperienza profession­ale, il mio curriculum, mi consente di essere notata dalle aziende, le quali, subito dopo aver letto il mio decreto di invalidità, mi scartano. Ho una disabilità psichica. Le persone hanno paura di questa disabilità. Preferisco­no che tu non abbia le braccia o le gambe, ma se hai una disabilità psichica le metti in allarme. Un disabile psichico fa paura perché viene visto come un potenziale assassino. Io non so fare male a una mosca, ma questo lo sanno le persone che mi conoscono e mi vogliono bene. A me non viene consentito neppure di accedere a un colloquio di persona. Mi scartano a monte, dopo aver letto il mio decreto di invalidità. La discrimina­zione, e la conseguent­e emarginazi­one, mi escludono da qualsiasi colloquio di lavoro, lavoro per il quale ho tutte le carte in regola in termini di competenza e capacità. Non so più cosa fare. In questa battaglia mi sento sola, sconfitta. Un disabile senza braccia suscita pena, un disabile psichico suscita paura e diffidenza.

Giovanna Galasso Ogni domenica pubblichia­mo il racconto breve — reale o di fantasia — scritto da un lettore

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