Umile e arrabbiata, è la Juve di Higuain «Adesso inizia un nuovo campionato»
NAPOLI L’abito sociale gli cade un po’ largo: se le misure erano state prese in estate, allora è la riprova che Gonzalo Higuain è tornato in piena forma al momento giusto, con 6 gol nelle ultime 5 partite di serie A: guarda caso era da gennaio 2017 che il Pipita non segnava con questa continuità, proprio nel mese chiave della svolta bianconera. Questo dicembre, iniziato nel modo migliore a Napoli, assomiglia parecchio a quel periodo: «Adesso inizia un nuovo campionato — sottolinea Higuain — e speriamo che questa partita sia la spinta per vincere il 7° scudetto, che sarebbe una cosa meravigliosa, anzi mostruosa».
L’occasione per la Juventus è più unica che rara: venerdì ha battuto la prima in classifica e sabato prossimo, se l’Inter oggi andrà a sua volta in testa al campionato, la squadra di Allegri avrà la possibilità di scalzare anche i nerazzurri. E riprendersi la vetta. Prima però c’è la sfida con l’Olympiacos, decisiva per passare agli ottavi di Champions: «Dopo aver vinto al San Paolo affrontiamo le prossime due sfide in modo diverso — ammette Higuain —. Questo risultato ci dà una grande spinta per qualificarci in Europa e per lottare al vertice con l’Inter. Poi in campionato mancheranno tantissime partite, ma sono sfide fondamentali. Inter avvantaggiata senza Coppe? Sicuramente, perché riposano di più, ma noi siamo una grandissima squadra, con tanti ricambi: speriamo di approfittarne».
La Juve ha 1 punto in più rispetto al 2016, quando era in testa con 4 punti su Roma e Milan e 8 sul Napoli. Eppure fino a due giorni fa era accompagnata da un senso di incompiutezza, perché contro le avversarie migliori tra quelle già affrontate, non aveva né vinto, né convinto. Come mai? «È dura da spiegare — dice Gonzalo, con la mano fratturata al terzo metacarpo fasciata nel dopo partita da uno speciale guanto elastico —. Non dovrebbe essere permesso, ma qualche volta c’è un calo di tensione. Affrontare un avversario come il Napoli che non addormenta la palla forse ci ha favorito. Contro squadre che giocano più lentamente forse è più facile allentare la tensione. Una partita come questa ci dà ancora più rabbia per quello fatto finora, ma dobbiamo pensare che manca tanto: abbiamo tempo per mostrare chi siamo davvero. Con l’umiltà vista a Napoli».