Re Magno, addio a sorpresa «Ho scritto un po’ di storia»
Il Magno che fu re dice addio dal bordo vasca, ancora bagnato di acqua e cloro, con un colpo di teatro degno dello showman che ha sempre voluto essere: «È il momento di lasciare». Succede a Riccione in una mattina qualunque di un campionato italiano in vasca corta, appena dopo i 200 stile libero in cui è finito terzo dietro due ragazzi (Megli e Lombini) che hanno 15 e 16 anni meno di lui. Filippo Magnini si prende il microfono e al pubblico — non meno stupito di Federnuoto, Aniene per la quale è tesserato, Federica Pellegrini con le lacrime agli occhi, papà Gabriele e tutti gli atleti presenti — racconta che «sì, nessuno ne sapeva niente, ma certe scelte bisogna prenderle e io da un paio di giorni penso a questa cosa».
In realtà ci pensava almeno dall’estate scorsa, quando ai Mondiali di Budapest confessò di sentirsi molto stanco, «e non solo fisicamente». Era stato l’anno peggiore della sua carriera, fra l’inesorabile calo atletico, la brusca chiusura del rapporto tecnico con Matteo Giunta, la ancora più devastante rottura con Fede e le accuse di doping sfociate in un’inchiesta di Nado che lo vede indagato per tentato uso di sostanze illecite e favoreggiamento, proprio lui, il testimonial di «I’m doping free», sempre in prima linea contro gli atleti che ingannano.
Pippo ha sempre detto di sentirsi tranquillo, ma non dev’essere bello venire travolti da così tanti treni in pochi mesi, nemmeno se sei un brillantone abituato a prendere la vita a pettorali in fuori. Forse se avesse preso il pass per gli Europei di Copenaghen (13-17 dicembre) avrebbe continuato, o forse no comunque: che cosa avrebbe potuto aggiungere a questa memorabile avventura? (Epa)
«Io spero di aver dato qualcosa a questo sport, di aver scritto una parte di storia» ha detto ieri, senza la falsa modestia che non gli è mai appartenuta ma a buon diritto, con il solido sostegno del palmarès: due titoli mondiali (2005 e 2007) e tre europei nei 100 stile, la Gara, 54 medaglie internazionali, un talento e una passione che gli hanno permesso di passare attraverso le generazioni sempre con la spavalderia del numero uno nato, anche quando non era più il primo. Gli manca solo una medaglia olimpica individuale, avendo vinto il bronzo nella 4x200 sl di Atene 2004. Lo ha fregato, ha sempre detto, la rivoluzione dei «costumoni», avvenuta proprio nel suo momento migliore. Rimpianti, però, non ne ha: «Ho fatto quello che dovevo. Il momento più bello della mia carriera è stato quando ho iniziato a nuotare». Per questo — anche se non mancherà agli appuntamenti con moda e tv che già frequenta da anni — intende restare nell’ambiente: «Ho già un paio di progetti». Anche perché, naturalmente,
Fede commossa L’inchiesta Nado, la fine dell’amore con Federica, ieri in lacrime: «Mi stavi antipatico...»
«qui c’è bisogno di me e dei miei insegnamenti». Il primo lo ha ricordato proprio Federica in un post su Instagram: «Non abbiamo mai mollato!!!». Si sono conosciuti nel 2003 e, scrive Fede, «ci stavamo anche un po’ sulle balle». Di lì hanno condiviso gioie, dolori, fatiche, passioni, vita. Dopo la rottura, il nuoto li aveva ancora tenuti vicini, ma da oggi davvero ognuno va per la sua strada. Fede ancora in vasca, Pippo per il mondo a scoprire chi e cosa c’è dopo l’ultima virata: «Se mi guardo indietro dico che non potevo chiedere di meglio».
Ora è nel club degli ex, dovrà solo guardare avanti: da uomo di mondo, saprà come fare.