Corriere della Sera

«L’Alfa in F1 è il ritorno di un mito La Ferrari via?La minaccia è seria»

Marchionne battezza Arese: «Se sarà duello col Cavallino, credo tiferò per la Rossa»

- DAL NOSTRO INVIATO Daniele Sparisci

ARESE La 159 rossa con cui Juan Manuel Fangio vinse il Mondiale nel 1951 è ai piedi del palco. Luci basse, il fiume di ricordi rompe la diga. Riccardo Patrese, l’ultimo pilota ad aver portato l’Alfa sul podio, nel 1984 a Monza, si emoziona: «Oggi mi sento più giovane anche io». Nelle prime file John Elkann, il fratello Lapo, il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene e il d.t. Mattia Binotto; e il gotha della F1: il numero uno della Fia Jean Todt e Chase Carey, il timoniere del nuovo circus americano. «Stiamo ridando ad Alfa Romeo il palcosceni­co che merita — scandisce Sergio Marchionne —, riportando alla luce il suo mito nelle corse». Il battesimo avviene nel museo storico di Arese: giù il telo e riappare su una vettura del 2013 il logo del Biscione, il vestito è bicolore. Dall’anno prossimo scende in pista grazie a una partnershi­p con la Sauber e ai motori della Ferrari, «gli stessi che equipagger­anno le monoposto di Maranello nel 2018».

Un segnale di profonda fiducia verso un team — quello svizzero — che quest’anno ha raccolto 5 punti appena. Con l’alleanza cambierà tutto: «La strada è lunga, ma dobbiamo essere competitiv­i». L’obiettivo è agganciare la zona punti per poi crescere gradualmen­te. Si dice che l’operazione da title sponsor costi a Fca più di venti milioni l’anno, Marchionne vuole farli fruttare. Ha ottenuto come titolare Charles Leclerc, baby fenomeno della Ferrari Academy. Lo svedese Marcus Ericsson ha conservato l’altro sedile grazie agli sponsor e ai legami con il fondo che ha salvato il team dal fallimento. Antonio Giovinazzi resta in panchina: continuerà come terzo pilota del Cavallino e della neonata scuderia. Ultimo dubbio: nel caso (improbabil­e) di duello Ferrari-Alfa, per chi tiferà Marchionne? «Credo per la Ferrari, almeno per ora». E che cosa pensano a Maranello della novità? «Pensano, come tutti, che sia una figata incredibil­e».

Alfa-Ferrari, un rapporto che ha radici profonde. Dall’epopea del Drake alla partita a scacchi sul futuro della F1. Perché oltre all’aspetto sportivo si nasconde un forte messaggio politico dietro al ritorno dell’Alfa. Raddoppiar­e l’impegno significa avere più armi nella complessa trattativa con Liberty. Il presidente del Cavallino alza il volume degli avvisi: «Gli accordi fra Alfa e Sauber scadono nel 2020 (quando cessa il patto della Concordia ndr): non è un caso. La minaccia di far uscire la Ferrari dalla F1 è seria. Dobbiamo trovare una soluzione al problema delle spese, ma al tempo stesso chiarire cosa non possiamo mollare. Lo sviluppo tecnologic­o non va svalutato. Se lo sport prende la direzione di macchine standardiz­zate, non ci interessa più». Chase Carey gli risponde, ribadendo quanto detto ad Abu Dhabi: «Semplifica­re non significa svalutare. Lavoriamo a un accordo, non ci va di perdere la Ferrari. Ma il problema delle spese è reale». Marchionne, però, aspetta i fatti. Se non è un’ultima chiamata, poco ci manca.

Il presidente Che cosa pensano a Maranello della novità? Pensano, come tutti, che è una figata incredibil­e

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Nuova livrea Questi i colori della livrea dell’AlfaSauber: i piloti saranno Marcus Ericsson e Charles Leclerc (Ap)
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