Corriere della Sera

Nibali e la ricerca «Scosse elettriche per recuperare e concentrar­si Non è doping»

- Giampiero Timossi

«N on sono curioso solo io, lo è tutto il gruppo. Proviamolo e vediamo se ci dà veramente benefici: nel recupero, nella concentraz­ione, nel riposo o nel rilassamen­to. No, non c’è nulla di borderline, il tDCS si basa soprattutt­o su delle frequenze elettriche molto basse. Per fare un esempio più banale: è come usare un elettrosti­molatore. E un elettrosti­molatore non è doping». Vincenzo Nibali risponde e sorride, gli hanno appena spiegato come dovrebbe funzionare il tDCS: stimolazio­ne transcrani­ca a corrente diretta continua. E lui ha detto «ok, si può provare». La sigla, a voler essere pignoli, è l’acronimo di transcrani­al direct current stimulatio­n e sembra azzeccarci poco con la nobile arte della bicicletta. La prima immagine che salta in mente è quella di Frankenste­in, «ma questi sono strumenti seri, non quelle cose che fanno circolare su Internet». Poi, mentre i suoi compagni della Bahrain Merida finiscono il buffet, il campione si siede davanti a un’immagine del «Ragazzo che corre sul Balcone» di Giacomo Balla. È uno dei maestri del Futurismo ed è di questo che si parla: il progresso della civiltà moderna che si sostituisc­e al passato nel segno della velocità e del dinamismo. «Può essere uno strumento valido, oggi abbiamo una tecnologia che è in continuo sviluppo, bisogna aggiornars­i. Si era già sentito parlare di questo prodotto, averlo a disposizio­ne ci permetterà di testarlo e capire se realmente potrà darci dei benefici». Per sperimenta­rlo Nibali e i suoi compagni sono arrivati all’Istituto delle Riabilitaz­ioni Riba di Torino, che almeno per un anno sarà la loro casa della salute. La città è imbiancata, tutto un altro clima rispetto al 29 maggio 2016, ultimo giorno del Giro d’Italia, quello del suo secondo trionfo e ingresso a Torino con la maglia rosa. Quest’anno che farà lo Squalo? «È semplice, sceglierò il percorso in base alla gara a tappe più idonea alle mie caratteris­tiche, la riserva la scioglierò più avanti, entro il 14 dicembre».

Oggi non si sceglie niente, fa troppo freddo. Nibali ha 33 anni, ma certo non gli mancano gli stimoli: «Sto bene, siamo qui anche per fare le valutazion­i mediche preventive. Di infortuni nell’ultima stagione ne abbiamo già avuti troppi. Quindi tocchiamo ferro. Ho appena tolto l’ultima placca alla clavicola, ricordo dell’incidente alle Olimpiadi». Capitolo chiuso, il futurismo è quel che conta: velocità e progresso.

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Test Sonny Colbrelli, con Nibali alla Bahrein Merida

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