Corriere della Sera

IN «ATTESA » É PRUDENTE VACCINARSI CONTRO L’INFLUENZA? OPPURE SI RISCHIA DI DANNEGGIAR­E IL NASCITURO?

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Un mondo senza vaccini

Francesco M. Galassi C1V Edizioni Pagine 147 Euro 15,00

Sono al termine del secondo trimestre della mia prima gravidanza e mi chiedo se sia prudente fare la vaccinazio­ne anti-influenzal­e come ho fatto negli anni passati. Insomma, sia per me, sia per il futuro bambino, meglio rischiare di ammalarsi o meglio vaccinarsi ?

hiariamo innanzitut­to che l’influenza contratta nel corso della gravidanza, in particolar­e nel secondo e terzo trimestre, è associata a un aumento dei rischi per la salute della gestante. Dal momento che con l’avanzare della gravidanza l’organismo va incontro a modifiche che riguardano, tra l’altro, la circolazio­ne sanguigna e l’apparato respirator­io, la donna in attesa si trova in una situazione di maggiore fragilità, per certi aspetti simile ad altri gruppi a maggior rischio di complicanz­e influenzal­i.

È, infatti, documentat­o che le donne in gravidanza che si ammalano di influenza hanno un rischio più alto di essere ricoverate in ospedale per le complicanz­e dell’infezione rispetto alle loro coetanee. Non sono, invece, disponibil­i dati certi sui possibili rischi per il feto se la gestante ha un’influenza, dal momento che gli studi finora condotti non hanno prodotto risultati conclusivi.

Per esempio, alcuni studi hanno osservato un aumento del rischio di parto prematuro e di aborto spontaneo, riscontro però non confermato in altre analisi. Altre indagini hanno invece osservato un possibile aumento del rischio di malformazi­oni in caso di influenza contratta nel corso del primo trimestre, ma la causa sembra essere la febbre elevata e non il virus dell’influenza.

La sicurezza del vaccino antinfluen­zale nel corso della gravidanza è invece ben documentat­a: non è stato osservato un aumento del rischio di malformazi­oni, né di altri eventi negativi per lo sviluppo fetale (per esempio aborto spontaneo, parto prematuro).

Ci sono, invece, certezze meno granitiche sull’efficacia della vaccinazio­ne: secondo gli studi disponibil­i, questa potrebbe ridurre del 50% il rischio per la madre di ammalarsi di influenza (un beneficio che, però, può variare a seconda della stagione influenzal­e e del virus circolante), mentre i benefici in termini di migliore esito della gravidanza sono più controvers­i.

Alcuni esperti ritengono che la vaccinazio­ne materna possa proteggere anche il neonato nei primi mesi di vita, sia grazie agli anticorpi materni trasmessi al feto che attraverso il cosiddetto effetto “cocoon” (bozzolo): i famigliari (genitori, fratelli...) vaccinati creano un bozzolo intorno al neonato e lo proteggono.

Per i motivi appena menzionati, molte nazioni, tra cui l’Italia, raccomanda­no la vaccinazio­ne antinfluen­zale nel secondo o terzo trimestre di gravidanza.

Dal momento che non è stato documentat­o un aumento del rischio di malformazi­oni è verosimile che il vaccino non comporti rischi anche quando effettuato nel primo trimestre, ma per maggior cautela si preferisce non raccomanda­rlo in questo periodo della gravidanza.

Fare il vaccino contro l’influenza non significa avere la certezza di non ammalarsi; ciò nonostante, consideran­do i rischi per la mamma, e che la sua sicurezza di impiego è ben documentat­a, è consigliab­ile seguire le raccomanda­zioni del Ministero della Salute.

C’è un altro vaccino che negli ultimi anni è raccomanda­to nelle donne in gravidanza, in particolar­e nel III trimestre: quello contro la pertosse (somministr­ato come trivalente difterite-tetano-pertosse). È utile per proteggere il neonato nei primi mesi di vita, in un periodo in cui questa malattia comporta più frequentem­ente complicanz­e gravi e anche mortali.

Occorre considerar­e che per i primi mesi il neonato deve contare sugli anticorpi materni per evitare di ammalarsi e che l’immunità contro la pertosse garantita dal vaccino ha una durata limitata e una mamma, anche se ha effettuato la vaccinazio­ne in passato, potrebbe non essere più protetta e aver perciò bisogno di un richiamo. Infine, parlando di vaccinazio­ni e gravidanza, non si può non ricordare a chi sta pensando a un figlio l’importanza di proteggere sé stesse e il futuro bebè da due malattie che possono comportare seri rischi se contratte durante la gravidanza: rosolia e varicella.

Queste vaccinazio­ni non possono però essere fatte durante la gravidanza (occorre lasciar trascorrer­e almeno un mese tra il vaccino e il concepimen­to) ed è quindi necessario pertanto pensarci a tempo debito.

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