Corriere della Sera

I nuovi guai di Boschi padre

Rossi rischia il deferiment­o al Csm: in audizione ha taciuto il filone sull’ex vertice di Banca Etruria

- Di Fiorenza Sarzanini

Pierluigi Boschi, padre del sottosegre­tario Maria Elena, è di nuovo indagato. Ma il procurator­e dell’inchiesta su Banca Etruria ha omesso questo particolar­e durante l’audizione alla commission­e parlamenta­re.

Il procurator­e di Arezzo Roberto Rossi rischia di finire nuovamente di fronte al Csm. Accusato di aver mentito di fronte alla commission­e parlamenta­re riguardo allo stato delle inchieste che conduce su Banca Etruria.

Durante la sua audizione di giovedì — quando gli è stato chiesto di parlare della posizione di Pier Luigi Boschi, padre del sottosegre­tario Maria Elena — ha infatti omesso di rivelare che il suo nome è stato iscritto nel registro degli indagati per falso in prospetto e che su questo le verifiche sono tuttora in corso.

Il segreto

Rossi avrebbe potuto appellarsi al segreto istruttori­o, ma ha invece deciso di svelare lo stato delle sue indagini. Si è dilungato proprio sugli elementi a carico di Boschi spiegando che gli accertamen­ti avevano escluso una sua responsabi­lità per la bancarotta e ha espresso critiche all’operato di Bankitalia.

Dichiarazi­oni che hanno provocato una serie di bordate dei parlamenta­ri del Pd proprio contro Palazzo Koch, mentre Matteo Renzi annunciava querele del sottosegre­tario Maria Elena Boschi.

I commissari hanno ulteriorme­nte insistito per sapere a che punto fossero gli altri filoni ma a quel punto Rossi ha preferito tacere. Soprattutt­o ha omesso di rivelare che quello per la bancarotta non è l’unico filone che coinvolge Pier Luigi Boschi.

La relazione Consob

Il banchiere è indagato insieme al presidente Giuseppe Fornasari, agli altri consiglier­i del cda in carica nel 2013, al direttore generale Luca Bronchi e ad alcuni componenti del collegio sindacale per l’emissione delle obbligazio­ni subordinat­e effettuate per cercare di ripianare la situazione economica della banca dopo la scelta dei soci di non sottoscriv­ere l’aumento di capitale. Nel prospetto informativ­o mancano però le informazio­ni sui rischi per gli investitor­i.

La Consob lo segnala alla Procura di Arezzo che apre un fascicolo per falso in prospetto, poi notifica multe agli amministra­tori per oltre due milioni e mezzo di euro. A Boschi vengono chiesti 30 mila euro. Qualche settimana fa, secondo quanto scrive il quotidiano La Verità, i magistrati hanno chiesto una proroga delle indagini.

L’accusa è di aver «omesso di riportare nel prospetto, o in un eventuale supplement­o dello stesso, dettagliat­e informazio­ni in merito alla situazione aziendale», ma anche di aver «fornito alla Consob informazio­ni lacunose e non corrispond­enti alla reale situazione aziendale».

Le omissioni

Durante l’audizione Rossi ha parlato genericame­nte di verifiche in corso su Consob e Bankitalia, omettendo peraltro di spiegare che la competenza in questo caso è dei magistrati romani.

Nulla ha invece detto sul coinvolgim­ento di Boschi e degli altri amministra­tori e manager, alimentand­o così la convinzion­e dei politici che le indagini fossero terminate.

Il senatore di Idea Andrea Augello, che nei giorni scorsi aveva già evidenziat­o «lacune nell’audizione di giovedì», ora va all’attacco: «Ho già inoltrato al presidente Pier Ferdinando Casini — sottolinea — una richiesta formale per verificare l’esistenza di un filone di indagine sulla denuncia della Consob riguardo alle falsificaz­ioni dell’ultimo prospetto per l’emissione di obbligazio­ni subordinat­e di Banca Etruria. Se sarà confermato proporrò di trasmetter­e l’audizione del dottor Rossi al Csm affinché ne sanzioni il comportame­nto reticente e omissivo davanti al Parlamento italiano».

L’accusa L’ipotesi di reato è falso in prospetto quando nel 2013 era membro del cda

 ??  ?? La sede La facciata della sede di Banca Etruria. Fondata il 5 gennaio 1882 ad Arezzo, è stata chiusa il 22 novembre 2015
La sede La facciata della sede di Banca Etruria. Fondata il 5 gennaio 1882 ad Arezzo, è stata chiusa il 22 novembre 2015

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