Il portiere che segnò al Milan
Rossoneri raggiunti al 95’, dal colpo di testa di Brignoli La prima di Gattuso finisce male: squadra impaurita e stanca Meritato il pareggio campano
Il debutto di Gattuso sulla panchina del Milan ha il sapore della beffa. Un colpo di testa del portiere del Benevento, Alberto Brignoli, si è infilato nell’angolino: pareggio. Un gol così non si vedeva da 16 anni.
DALLA NOSTRA INVIATA
Il primo punto in serie A del Benevento passerà alla storia minima del calcio, ma ci passerà anche chi glielo ha fatto fare: il Milan del debutto da allenatore di Rino Gattuso.
E se l’eroe di giornata Alberto Brignoli, di professione portiere, dopo aver seguito all’ultimo secondo gli incitamenti dei compagni (non quelli del suo allenatore De Zerbi che, anzi, è contrario a queste soluzioni), essersi buttato e aver impattato la palla di testa in una torsione perfetta, dice che «un gol proprio non gli passava neanche per la testa», il neo allenatore del Milan ammette di «non esserci arrivato neanche in sogno a immaginare un debutto del genere». Gol di un portiere al portiere top, Gigio Donnarumma. Strano, ma vero.
Ma l’eccezionalità dell’epilogo, che aggiunge un tocco beffardo alla via crucis dei rossoneri (inchiodati a -11 rispetto all’anno scorso), non significa che il pari sia estemporaneo, o frutto della casualità. Tutt’altro: è perfettamente in linea con quanto visto in campo.
Rimasto in dieci per la seconda ammonizione di Romagnoli, il Milan nell’ultimo quarto d’ora ha rinunciato a giocare, ha iniziato ad arretrare, è passato alla difesa a quattro e poi a cinque (quando Suso è uscito per Zapata), si è fatto prendere dalla paura e si è concesso all’assalto del Benevento, che aveva già riacciuffato una prima volta il gol di Bonaventura con Puscas, ha provato fino all’ultimo a riprendere anche quello di Kalinic e comunque chiude con 12 tiri in porta (con 10 giocatori diversi e nonostante mancassero gli attaccanti titolari Armenteros e Ciciretti).
Gattuso dice che parlare di grinta è riduttivo, ma il suo problema è che il Milan non ha messo nemmeno quella: troppo impaurito, forse troppo stanco o forse tutte e due le cose assieme, ha finito per dare corpo ai propri fantasmi e così, per la prima volta, non vince una partita in cui era passato in vantaggio (in assoluto non vince da un mese).
Prima, si era visto qualcosa di un Milan diverso, non necessariamente migliore, più difensivo e meno interessato al possesso palla, anche se le scelte di Gattuso quanto a uomini erano state in continuità con quelle di Vincenzo Montella: difesa a tre, Montolivo in regia, Borini esterno, Kalinic davanti affiancato da Suso e Bonaventura. In continuità anche la povertà di soluzioni offensive, anche se due giocatori importanti erano riusciti a interrompere il digiuno da gol: Bonaventura non segnava dal 29 gennaio, ed è stato bravo nel finale di primo tempo a ribattere di testa, dopo un rimpallo tra Kalinic e Brignoli. Kalinic era a secco dal 25 ottobre, 421 minuti, e ha messo bene a frutto, di testa, un cross dello stesso Jack sugli sviluppi di un angolo. Poteva sembrare l’inizio di una svolta, il recupero di due giocatori che, fin qui avevano deluso, visto che il Milan aveva reagito dopo 7 minuti al momentaneo pari di Puscas in avvio di ripresa (tiro di Letizia respinto da Gigio, l’interista mette dentro). Invece, era solo un’illusione e, con un nuovo allenatore, il Milan si ritrova a parlare di lavoro da fare e frutti che arriveranno. Quando, non si sa.