Corriere della Sera

«In gioco il futuro, io ci sono»

Grasso lancia «Liberi e uguali» con Mdp, Sinistra italiana e Possibile Il presidente del Senato: serve un’alternativ­a, il voto utile è a noi

- Dino Martirano

Quando finisce di parlare, Pietro Grasso si commuove. Rimane solo sul palco ancora per una manciata di lunghissim­i secondi. Stringe i pugni. Porta la mano al cuore. Manda baci di riconoscen­za e, infine, allarga le braccia in segno di resa davanti all’ovazione che monta dalla platea: «Questa è la nostra sfida perché tutti — nessuno escluso — siano liberi e uguali». «Liberi e uguali», ripete tre volte per testare il nome della lista di sinistra che aspira a diventare il partito del lavoro, dei diritti, della legalità. La «casa di chi è rimasto indietro nella società».

E da lì parte il presidente del Senato che, 5 anni fa, dalla magistratu­ra si è «spostato in politica» e ora prende il largo come guida di una lista: «Ho incontrato migliaia di persone, raccolto le loro preoccupaz­ioni e ascoltato paure, domande , ambizioni, speranze. Molti avevano la testa china e lo sguardo rivolto verso il basso. Questi cittadini sono il simbolo di una nazione che non crede nei partiti e nelle istituzion­i, che indifferen­te si rassegna». Bene, dice Grasso provando ad alzare la voce, «il nostro compito è far rialzare lo sguardo a tutte quelle persone. Tocca a noi dare un nuova casa a chi non si sente rappresent­ato».

Lo stile Grasso non cambia, pure senza la «corazza» offerta dal ruolo di presidente del Senato. Nessun attacco personale. Solo la «rivendicaz­ione (come disse alla sua prima cerimonia del Ventaglio, ndr) del diritto di parola» perché «l’imparziali­tà nell’esercizio della funzione non prevede la rinuncia alle proprie idee politiche». In 30 minuti di discorso non sfiora la polemica. Fa un solo accenno al Pd che pure (con Bersani) lo portò in Parlamento: «Dare le dimissioni dal gruppo è stata una scelta politica e insieme personale, frutto di un’esigenza interiore. Ho ricevuto molte telefonate: mi hanno offerto seggi sicuri, chiesto di fermarmi un giro, di fare la riserva della Repubblica. Ma questi calcoli non fanno per me».

Ad ascoltare in prima fila c’è anche la sua famiglia: la moglie Maria, il figlio Maurilio, la nuora Lara. Emozionate lo seguono le parlamenta­ri di Mdp e di SI (Lo Moro, Guerra, Cimbro, Ricchiuti, De Petris ed altre): alcune di loro si faranno fotografar­e con il «presidente» e l’immagine andrà a ruba perché per ora «Liberi e uguali» (con Speranza, Civati e Fratoianni) è tutto al maschile. Grasso cita le «parrocchie» e il «cattolices­imo democratic­o». E si rivolge anche a chi non c’è: «A voi che avete dubbi su questo percorso, superateli. Portate le vostre idee». E dunque afferra il motivo forte della campagna elettorale: «In gioco c’è il futuro, io ci sono. L’unico voto veramente utile è quello che costruisce una rappresent­anza democratic­a di idee, di valori, di programmi.Portando in Parlamento i bisogni della metà dell’Italia che non vota».

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