Corriere della Sera

Vittoria dei nazionalis­ti Ma senza venti d’indipenden­za

- S. Mon.

In Corsica si votava ieri per eleggere i rappresent­anti della nuova collettivi­tà unica, che dal primo gennaio prenderà il posto dei due dipartimen­ti e della regione. Una novità, decisa per eliminare il «millefogli­e amministra­tivo», diventata secondaria nel dibattito pubblico dopo gli eventi in Catalogna. Anche la Corsica si muove verso l’indipenden­za? I primi risultati indicano che i pochi votanti (neanche la metà degli aventi diritto) hanno tributato un grande successo alla coalizione nazionalis­ta «Pè a Corsica» (Per la Corsica), guidata da Gilles Simeoni e Jean-Guy Talamoni. L’ipotesi di un rilancio dell’indipenden­tismo è stata usata soprattutt­o dagli avversari, e Simeoni si è preso gioco di loro: «Se vinciamo (domenica 10 dicembre ci sarà il secondo turno), il giorno dopo dichiariam­o l’indipenden­za e Talamoni salirà il corso Grandval di Ajaccio a bordo di un carro armato!».

È vero che i nazionalis­ti moderati corsi guadagnano terreno in modo costante da alcuni anni, e il vento della Storia sembra favorevole alle rivendicaz­ioni delle piccole patrie. Ma se anche dovessero vincere, l’obiettivo è uno statuto di autonomia entro tre anni da attuare nell’arco di un decennio. «L’indipenden­za non è la soluzione», dice Simeoni. L’identità corsa è sempre più sentita, ma consideraz­ioni di carattere anche economico, simili a quelle che fecero vincere il «no» al referendum scozzese, sconsiglia­no avventure.

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