L’ingresso dei «rider» nei contratti di lavoro
Irider entrano nei contratti di lavoro. Ieri dopo 23 mesi è stato rinnovato il contratto nazionale dei dipendenti della logistica, del trasporto merci e delle spedizioni. Settecento mila addetti che al tempo dell’economia dei flussi hanno acquisito una centralità senza precedenti così come il futuro della logistica è decisivo per le sorti del sistema Italia. Ed è significativo che in questo contesto per la prima volta le parti sociali abbiano preso l’impegno di normare la figura del fattorino in moto o in bicicletta dando così ai giovani un segnale di attenzione e di rappresentanza. I sindacati confederali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti esprimono grande soddisfazione per la firma ottenuta sia perché i lavoratori avranno un aumento medio di 108 euro (a cui va aggiunta l’una tantum di 300) sia perché il contratto si muove «nella logica di una valorizzazione del settore contro la terziarizzazione al ribasso», come dichiara Giulia Guida, segretario nazionale FiltCgil. «È un segnale importante perché dimostra come nella logistica si possa promuovere il lavoro e si possa scegliere una strada differente dal trasporto low cost». La norma riferita ai rider è stata concordata ma verrà scritta nella stesura finale entro tre mesi. Prevederà la definizione dell’inquadramento professionale, dell’organizzazione del lavoro e degli orari. Successivamente si potrà ragionare sul perimetro di applicazione: in sostanza capire se verrà utilizzata per regolamentare il lavoro dei pony express e dei rider della consegna di cibo a domicilio. Sicuramente si applicherà agli addetti alle consegne dirette di Amazon almeno limitatamente all’ambito urbano (e non per i dipendenti dell’hub di Piacenza che applica il contratto del commercio). Oggi i fattorini della gig economy operano con la ritenuta d’acconto fino a 5 mila euro, la partita Iva oppure lo strumento del co.co.co. anche perché il diritto del lavoro non ha ancora stabilito se debbano essere considerati lavoratori autonomi o dipendenti. La nuova norma del contratto della logistica non risolverà automaticamente il rebus ma è destinata a influenzare il dibattito — prima che intervenga come sempre la magistratura — almeno nella direzione auspicata, ancora di recente, dal presidente del Cnel Tiziano Treu. «Qualcosa bisogna fare per sbloccare la situazione e combinare garanzie e flessibilità» ha dichiarato e in qualche modo la novità di ieri costituisce un primo passo.