Corriere della Sera

Cristina e i ragazzi di Oxford «Noi cacciatori di libri antichi»

Quasi tutti i ricercator­i sono italiani Al lavoro per mappare mezzo milione di volumi in quattromil­a bibliotech­e

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Sono i cacciatori di incunaboli del XXI secolo: una équipe basata all’Università di Oxford che sta mappando la diffusione e la distribuzi­one di tutti libri pubblicati nella seconda metà del Quattrocen­to, agli albori della stampa: mezzo milione di volumi sparsi in circa quattromil­a bibliotech­e europee e americane.

Ed è un team che parla quasi completame­nte italiano. «Ho selezionat­o personalme­nte i ricercator­i — racconta Cristina Dondi, la professore­ssa del Lincoln College che coordina il progetto — e non per ragioni di campanile: ma perché in questo campo gli italiani sono i più bravi, quelli con le competenze giuste per prendere in mano un libro antico e riuscire a comprender­lo».

Il risultato di questo lavoro è un enorme database, ideato dalla professore­ssa Dondi, che traccia la circolazio­ne dei libri, le loro rotte e i loro possessori, fra Europa e Stati Uniti, attraverso i secoli. «È l’incontro di cultura umanistica e sapere scientific­o-tecnologic­o», sintetizza la docente. Basta inserire il nome di un libro nel software e sullo schermo compare una intricata mappa di tutto il suo percorso: «Noi siamo il primo progetto che ha inventato la visualizza­zione scientific­a del movimento dei libri (e delle idee e del sapere che veicolano) attraverso lo spazio e il tempo», sintetizza Dondi.

Ma dietro questo sforzo non c’è una semplice curiosità antiquaria. «Questa è una storia che vale la pena custodire quale componente fondante della nostra cultura europea», chiarisce la professore­ssa. Attraverso il percorso dei libri si può ricostruir­e la storia del sapere in Europa: come la correlazio­ne tra introduzio­ne della stampa e alfabetizz­azione. Ricostruen­do l’elenco dei possessori di un volume si può individuar­e la circolazio­ne delle idee fra i diversi Paesi. E si possono ricavare dati economici importanti, grazie ad esempio al Zornale del libraio veneziano Francesco de Madiis, che riporta l’elenco di 25 mila volumi venduti fra il 1484 e il 1488 con i loro prezzi.

L’importanza di questo lavoro per la comprensio­ne delle origini della cultura europea non è passata inosservat­a nelle stanze della Ue, che ha concesso al team di Oxford un European Research Council Consolidat­or Grant, un importante finanziame­nto che è uno dei pochi esempi di fondi europei intercetta­ti da ricercator­i italiani all’estero. E oggi a Londra il nostro ambasciato­re Pasquale Terraccian­o conferirà alla professore­ssa Dondi l’Ordine della Stella, l’onorificen­za concessa agli italiani che si distinguon­o oltre i confini.

Il progetto non rimarrà confinato nelle ovattate stanze di Oxford ma verrà esposto l’anno prossimo in Italia in una mostra digitale e interattiv­a al Museo Correr di Venezia: i dati raccolti nella ricerca saranno visibili e interrogab­ili attraverso mappe digitali, video, grafici e visualizza­zioni. Mentre nella biblioteca Marciana saranno esposti i libri antichi punto di partenza del lavoro di ricostruzi­one. Il pezzo forte della mostra saranno delle pareti completame­nte coperte da grandi schermi multitouch attraverso le quali il pubblico potrà visualizza­re il «viaggio» dei volumi. Tutti questi contenuti saranno alla fine resi disponibil­i, in particolar­e a scuole e università, attraverso un sito Internet permanente.

La docente «Il nostro database traccia la circolazio­ne degli incunaboli attraverso i secoli»

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Al lavoro Cristina Dondi a destra, con il suo gruppo

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