Corriere della Sera

Argentin: mi additavano per strada Ma chi è in carrozzina non è più solo

La deputata nella giornata delle persone con disabilità: l’inciviltà è il nostro vero nemico

- di Alessandra Arachi

Ileana Argentin, disabile dalla nascita, ha dedicato la carriera politica alla difesa delle persone con disabilità. E continua con la sua bella energia e l’allegria lieve di chi sa cosa vuol dire conquistar­si la vita giorno dopo giorno.

Onorevole Argentin, Pd, sono tanti in Italia i problemi dei disabili?

«Non sono pochi. Ma possiamo cominciare a dire le cose belle che sono state fatte?».

Certo.

«La legge del “Dopo di noi”: erano cinquant’anni che non veniva stanziato un euro per la disabilità. In questa legge vengono stanziati 170 milioni in tre anni».

Legge del «Dopo di noi», ovvero?

«Una legge che tutela i figli disabili che sopravvivo­no ai genitori. Ci sono stata appresso trent’anni a questa norma, le famiglie mi inseguivan­o, non ce la fanno da sole. Una bella conquista».

Invece sulle barriere architetto­niche siamo messi male...

«Ne ha parlato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma la verità è che sulle barriere architetto­niche abbiamo una delle leggi migliori di Europa».

E allora?

«È una legge dove non è stato messo neanche un euro. E certo che le barriere architetto­niche sono un problema. Basterebbe una cifra: due scuole su tre in Italia non hanno l’accesso per i disabili».

E questo quando l’inclusione dei disabili nelle scuole è aumentata tantissimo.

«Certo e questa è una cosa molto bella. Un grande cambiament­o culturale. Se ci penso quando andavo a scuola io — sono del 1963 — ero l’unica in carrozzina in tutta la scuola, ma anche in assoluto l’unica disabile».

Non ci andavano i disabili a scuola?

«Non c’era inclusione a quei tempi, non c’erano nemmeno gli insegnanti di sostegno».

Quindi abbiamo fatto progressi notevoli in questo senso di civiltà?

«Da un lato sì. Oggi non vengo più additata per strada, come succedeva un tempo. Ma dall’altro...».

Quale altro lato?

«Vogliamo parlare di quelli che mettono la macchina nel parcheggio degli handicappa­ti? O che ostruiscon­o le rampe? O ancora sono capaci di parcheggia­re le biciclette nei percorsi tattili?».

Cosa sono i percorsi tattili, scusi?

«Quelle strisce in rilievo che vengono inserite nei marciapied­i affinché i non vedenti

Una lotta contro le barriere fisiche, a partire da quelle architetto­niche, ma anche contro quelle sociali, invisibili e impenetrab­ili. È stato questo il tema principale in occasione della Giornata internazio­nale delle persone con disabilità. In Italia la condizione riguarda quasi 3,2 milioni di persone. «Garantire alle persone con disabilità la fruizione dei loro diritti in modo pieno in tutto il Paese è la consegna che ci viene affidata dalla giornata odierna — ha detto il capo dello Stato Sergio Mattarella —. Prioritari sono la ricerca scientific­a e l’impegno a rendere accessibil­i gli spazi pubblici».

possano camminare anche da soli».

E ci parcheggia­no sopra le biciclette?

«Ho messo una foto su Instagram. È inutile prendersel­a sempre con le istituzion­i e la politica se non si comincia ad essere civili nel nostro quotidiano».

Quanti sono i disabili in Italia?

«Non lo so di preciso, ma se dico tre milioni sbaglio di poco, tenendo presente che in Italia viene speso per la disabilità l’1,8 per cento del Pil».

Non poco...

«No, non poco. Anche perché i disabili non vengono

messi nelle condizioni di lavorare e avrebbero bisogno di un’assistenza troppo spesso negata».

Tanti cittadini in Italia hanno problemi con il lavoro.

«Assolutame­nte. Soltanto che loro hanno bisogno di una tutela in più, che è garantita dalla legge 68. È una legge che ha poco meno di quindici anni e che dovrebbe garantire la tutela al lavoro dei disabili».

E la legge non funziona?

«Viene puntualmen­te ignorata, senza che nessuno dica niente. Del resto per tanti noi siamo soggetti inesistent­i, non veniamo nemmeno considerat­i come soggetti di mercato: ma dico, se tu mi rendi accessibil­e un bar io ti pago due caffè, uno per me e uno per chi mi accompagna, non dovrebbe essere un business?».

Lei ha appena scritto un libro di fiabe, le fiabe diverse...

«Sì, sono tutti personaggi che rappresent­ano la diversità, in ogni modo».

E la fiaba che le piace di più tra quelle che ha scritto?

«Quella dove c’è Totti con la tuta giallo rossa che risolve tutti i problemi della città».

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(foto Eidon) In prima linea Ileana Argentin, 54 anni, ha dedicato la sua vita alla difesa dei disabili

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