Gianna Nannini: non sono una donna rassicurante, pregiudizi su di me
Gianna Nannini scende da una scalinata, fra i teli bianchi che pendono dal soffitto; per terra, un grande cuore argentato. Attacca «Fenomenale» e gli spettatori si alzano dalle sedie e corrono sotto il palco per cominciare un coro che si concluderà solo alla fine delle due ore di un live che è rock nella sostanza, nell’attitudine e nella potenza dei suoni. Ieri ha aperto al Palalottomatica di Roma il primo dei quattro «concerti unici» che precedono il Fenomenale Tour di marzo. Serata sold out con 9.800 persone. Un amore gigante merita uno show imponente. E Gianna Nannini non si risparmia: 16 musicisti sul palco, giochi di luce, cieli stellati e 26 canzoni infilate una dietro l’altra. Gianna sul palco si esalta, corre, balla, butta a terra l’asta del microfono, incita il pubblico, indossa sopra la camicia un reggiseno nero che le lanciano dalla platea. Il nuovo album, «Amore gigante», lo canta per metà, per il resto compaiono le canzoni che hanno attraversato la sua carriera: «I maschi», «Fotoromanza», «Meravigliosa creatura». Il concerto è diviso in tre set: elettro-romantico, elettro acustico (con sestetto d’archi) e rock. La chiusura è per la canzone che dà il titolo al suo ultimo disco con un mega cuore rosso che invade la scena e finisce fra il pubblico. «Io il palco lo possiedo — ha raccontato prima del live — e il mio pubblico reagisce alzandosi in piedi. Non capisco perché il servizio d’ordine debba reprimere la voglia di ballare. Canto la libertà e ognuno deve fare quel che vuole». Dice di avere «una vita molto speciale, ma ancora oggi c’è un pregiudizio nei miei confronti, non sono una rassicurante donna tipica italiana. Quando ho iniziato mi tiravano le lattine ... non è stato facile, ho capito che andavo bene solo quando sono entrata nel circuito europeo. Ma ho deciso: non mi reprimo più». Stasera si replica a Milano (tutto esaurito) e a Firenze, mercoledì e giovedì.