Rino non ci crede «Una coltellata ragazzi disperati»
Finisce senza giacca, con le maniche della camicia rimboccate (e la temperatura al Vigorito non era certo gradevole), immagine simbolo del lavoro che lo aspetta («Non me ne sono nemmeno accorto»). Rino Gattuso non si meritava certamente di essere qui a mettere la faccia a quella che non è solo una figuraccia, ma una figuraccia storica. Un disastro che resterà nella memoria. Eppure, tocca all’ennesima bandiera promossa allenatore spiegare che il Milan migliorerà, basta crederci, «che i ragazzi ce l’hanno messa tutta», «che bisogna ripartire dalla voglia e dallo spirito che ho visto in campo e in settimana», «che ci sono molte cose positive che mi porto via da oggi, i tentativi di verticalizzare, i gol ritrovati su azione», e non fossero quattro anni che si sentono frasi così qualcuno potrebbe anche rincuorarsi.
Tocca a Rino, ora, far dimenticare la beffa di un gol subito dal portiere avversario all’ultimo secondo, un gol che ha fatto piangere il presidente del Benevento Vigorito e, forse, anche qualche milanista. «Una coltellata. I ragazzi nello spogliatoio erano disperati. Quando chiudevo gli occhi, questa settimana, provavo a immaginarmi come sarebbe stata questa partita: nemmeno in sogno mi è venuto un gol così, e comunque non ci avrei creduto. Ma ora non serve picchiare i pugni sul tavolo, devo dare tranquillità, anche se è un pari che brucia». È mancata, anche, la personalità: per Montella questa era la spiegazione-rifugio di chi non aveva certezze di gioco; per uno come Gattuso assomiglia molto al colmo dei colmi. «Ho visto una squadra che non usciva perché non ne aveva più e perché aveva paura di lasciare spazio agli avversari». Gambe o testa, quindi? È, questo, uno dei dilemmi del Milan che sta franando: «Vanno di pari passo. Se ti senti bene, giochi con spontaneità, noi invece centelliniamo le energie e non siamo lucidi».
Così, Rino ha pensato a tenere il risultato, mettendo Zapata per Suso nel finale. «Non riuscivamo a tenere una palla coi centrocampisti. Volevo portare la partita a casa. Ci siamo abbassati, ma non ricordo nessun pericolo. Io temevo questa partita, temevo la legge dei grandi numeri». Anche questa ha giocato contro il Milan. Che ora aspetta di vedere come l’Uefa giudicherà i numeri del suo piano finanziario: in settimana potrebbe arrivare la risposta sul voluntary agreement.
Ho pensato molto alla partita, ma una cosa così non potevo immaginarla Temevo la legge dei grandi numeri, questo è un pareggio che brucia